venerdì 8 maggio 2009

Immigrati soccorsi e rispediti in Libia, Maroni esulta: “Un risultato storico”

Pensavano di avercela fatta. Invece sono stati riaccompagnati in Libia, da dove erano partiti. I 227 migranti soccorsi ieri, su tre diverse imbarcazioni, da tre motovedette della Guardia Costiera italiana, sono stati riaccompagnati al porto di Tripoli.
Esulta il ministro dell’Interno Maroni: “Un risultato storico” dice, “a cui abbiamo lavorato per un anno e nei prossimi giorni partirà anche il pattugliamento congiunto tra Italia e Libia'’. Se l’operazione fatta oggi, ha aggiunto, ‘’continuerà, il problema del contrasto tra Italia e Malta sull’accoglimento dei clandestini sarà risolto perché in qualunque acqua si trovino i barconi saranno rispediti in Libia da dove sono partiti'’.
Ieri i barconi in panne avevano lanciato l’Sos a poche miglia di distanza da Lampedusa, ma in acque di competenza territoriale maltese. Si era quindi aperto l’ennesimo contenzioso su chi dovesse farsi carico dell’emergenza, con il premier maltese che aveva espresso “disgusto per l’intransigenza dell’Italia nei confronti di vite umane. È inaccettabile” ha detto Lawrence Gonzi “il mancato soccorso di immigrati a pochi passi dalla costa di Lampedusa”. “Abbiamo fatto più di 600 interventi che non erano di nostra competenza” gli aveva risposto Maroni. Polemiche smorzate in seguito all’accordo per il trasferimento in Libia. Il governo maltese ha accolto ‘’con soddisfazione'’ la notizia del trasferimento dei 227 immigrati soccorsi dalle motovedette italiane. Della vicenda hanno parlato questa mattina, in un colloquio telefonico, Maroni ed il suo omologo maltese Carmelo Mifsud Bonnici.
Una linea, quella del rimpatrio immediato, condivisa dai due ministri, dopo i recenti scontri diplomatici.

Di parere opposto il Commissario Onu per i diritti dei rifugiati Laura Boldrini: “la situazione ci preoccupa enormemente” dice a Panorama.it, “A queste persone non è stata data possibilità di fare domanda d’asilo. La Libia non è un paese democratico e non ha ratificato la convenzione di Ginevra. La sua applicazione del diritto d’asilo è quantomai insufficiente, mentre il 50% dei richiedenti asilo sbarcati a Lampedusa l’anno scorso ha ottenuto protezione dall’Italia”. Secondo Boldrini “questo non può essere il modello da utilizzare per risolvere le controversie tra paesi Ue”.
In quanto a Lampedusa, “Il ministro ci aveva dato rassicurazioni che sarebbe stato ripristinato quanto prima il modello del centro d’accoglienza a Lampedusa, poi trasformato in Cie. Mi sembra che questa decisione vada nella direzione opposta”.

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