martedì 31 marzo 2009

Tragedia lungo le coste libiche: affondano 3 barconi, più di 300 dispersi

31 Marzo 2009
Un lunedì nero per l'immigrazione clandestina. Sono centinaia i dispersi in mare dopo che tre barconi affollati e sovraccarichi di persone sono affondati al largo delle coste libiche. Una quarta imbarcazione in difficoltà è stata rimorchiata e portata in salvo dalle autorità italiane.
Tripoli parla di 21 vittime accertate, mentre solo 23 persone sono state tratte in salvo da tre barconi naufragati lunedì a poca distanza dalla terraferma. Secondo i primi accertamenti la maggioranza dei clandestini sarebbe di nazionalità egiziana.
Le informazioni sul naufragio, a seconda della fonte, continuano a essere confuse e divergenti. In precedenza, un responsabile del ministero dell'interno libico aveva detto che tre barconi erano partiti ieri da Sidi Belai, alla periferia di Tripoli, e che in tutto avevano a bordo 257 persone. Di solo una delle tre imbarcazioni si aveva certezza dell'affondamento e vicino ai rottami di quel barcone erano stati trovati 21 corpi senza vita mentre 23 persone erano state tratte in salvo. Il ministero degli esteri egiziano (molti degli immigrati morti e dispersi sono egiziani) aveva invece parlato di un solo peschereccio con 257 persone a bordo.
Funzionari libici - riferendo quanto constatato dalla guardia costiera di Tripoli - hanno invece fatto sapere che due imbarcazioni di imprecisata grandezza dirette in Italia sono affondate. Alcuni hanno detto alla agenzia Reuters numeri precisi, ma non hanno chiarito le fonti o da quali informatori li traggano, affermando che sulla prima fragile barca erano ammassati 253 persone. Sulla seconda ci sarebbero 342 immigrati. Altri funzionari si sarebbero limitati a dire: "Abbiamo notizia di due imbarcazioni affondate davanti alla costa libica ma non sappiamo nè la condizione nè il numero dei migranti a bordo". Anche le ultime informazioni comunque confermano che i corpi recuperati sono 21 e che le persone tratte in salvo sono 23. I dispersi sarebbero invece molte centinaia.
Varie organizzazioni concordano sul numero dei dispersi in mare. "Le autorità libiche hanno confermato il naufragio e le nostre fonti diplomatiche a Tripoli riferiscono di 300 dispersi", ha detto il portavoce dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), Jean-Philippe Chauzy.
L'allarme immigrazione dura già dallo scorso fine settimana. Il Comando generale delle Capitanerie di porto ha reso noto che circa 350 migranti sono stati soccorsi dal rimorchiatore italiano Asso 22 al largo delle coste libiche per le grandi difficoltà dell'imbarcazione. L'allarme era scattato la sera di sabato e l'intervento di soccorso, condotto insieme alle autorità libiche, si è concluso domenica pomeriggio, quando il barcone è stato rimorchiato fino al porto di Tripoli. Salvi tutti gli occupanti. L'Asso 22, iscritto a Napoli, normalmente assiste tre piattaforme petrolifere al largo della Libia.
L'unità della Guardia costiera italiana ha raggiunto il posto, dove si è unita ad una motovedetta delle autorità libiche, che ha coordinato le operazioni di salvataggio dato che la barca era in acque affidate alla giurisdizione di Tripoli. Tre militari libici sono saliti sul mezzo italiano che a mezzanotte e mezzo ha agganciato il barcone e cominciato il rimorchio.
L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha espresso shock e profonda tristezza per l'ultima tragedia dell'immigrazione con centinaia di persone disperse al largo della Libia. L'incidente è l'ultimo tragico esempio di un fenomeno globale che vede gente disperata prendere decisioni disperate per sfuggire a conflitti, persecuzione e povertà alla ricerca di una vita migliore, ha detto l'Alto commissario delle nazioni unite per i rifugiati Antonio Guterres citato in un comunicato.
Per l'Unhcr, l'incidente illustra i pericoli ai quali sono esposte le persone prese in flussi irregolari di migranti e rifugiati nel Mediterraneo ed altrove e che ogni anno costano migliaia di vite. Per Guterres sempre più persone si muovono, ma ci sono sempre più barriere al loro movimento e in questa situazione molte persone passano le frontiere in modo irregolare. "L'incidente sottolinea il bisogno di accrescere la cooperazione internazionale per i salvataggi in mare", ha aggiunto.

Manifetsazione antirazzista a Castel Volturno il 18 settembre.



A 7 mesi dalla strage di camorra che trucidò 6 africani innocenti il movimento dei migranti e dei rifugiati sostenuto dalla rete antirazzista della Campania scenderà in piazza a CASTEL VOLTURNO. Un territorio che rappresenta un pezzo d'Africa, un laboratorio di sfruttamento dove la clandestinità causata da normative discriminatorie è fonte di ricchezza per l'economia locale e nazionale.
Dopo la strage i riflettori si sono spenti. I migranti sono ancora come "in trappola" senza permesso di soggiorno.
I richiedenti asilo sono ancora allo sbando senza un accoglienza dignitosa.
Il PACCHETTO SICUREZZA fa paura, crea allarme nei migranti, tensione per i migranti che perdendo il lavoro perdono anche il permesso di soggiorno,
provoca indignazione.
Da questo territorio simbolo nazionale del degrato,
delle camorre, dello sfruttamento degli immigrati,
dell'abusivismo edilizio del disagio abitativo arriva UN APPELLO DI MOBILITAZIONE PER IL 18 APRILE A CASTEL VOLTURNO. CONTIAMO SUL CONTRIBUTO DI MOVIMENTI, ASSOCIAZIONI, SINDACATI NAZIONALI PER LA RIUSCITA DI QUESTO EVENTO.
CONTRO la Bossi Fini che condanna alla clandestinità, contro le norme discriminatorie contenute nel pacchetto sicurezza
Per un patto di Solidarietà e Sicurezza Sociale da costruire a partire dai diritti di cittadinanaza

Vi inviatiamo ad aderire, a venire a Castel Volturno e costruire la mobilitazione.
E' necessario il contributo di tutti e tutte.

Organizzazione per il 5 aprile

Cari compagni e care compagne,
ci siamo visti giovedì e lunedì a Roma per preparare l'assemblea del 5 aprile e la vostra accoglienza.
Come sapete siamo impegnati su più fronti e dobbiamo riuscire a portare a termini quanto programmato a Firenze il 15 febbraio... i tempi stringono e come sempre dobbiamo agire sotto stress ma consapevolmente.

Per organizzarci nei migliori dei modi per l'incontro del 5... ecco il programma dei tre momenti che attraverseremo:

1.4 aprile: giornata della manifestazione nazionale della cgil (uno dei temi è per l'unità del mondo del lavoro di fronte al dramma della crisi e ai rischi per l’occupazione), riteniamo che sia molto importante lanciare un messaggio forte dentro questa manifestazione pertanto faremo uno spezzone dei lavoratori migranti, diamo appuntamento all'angolo di via Cavour, , (vicino c'è una farmacia), dove vi aspetteremo fino alle ore 9:00, crediamo che in questo particolare momento sia necessario essere il meno dispersivi possibile e al contempo essere visibili, rumorosi e anche un po incazzati... dopo le nove ci potrete raggiungerci lungo il percorso per interventi dal camion.
2.Il dopo manifestazione: ci siamo organizzati per accogliervi per la notte e diamo appuntamento a tutti/e alla fine della manifestazione in via bixio, dove potremo completare l'iter dell'assemblea e definire gli ultimi particolari in una riunione operativa, e mangiare insieme.
3.5 aprile: l'assemblea, i tempi sono ancora più corti ma dobbiamo e possiamo riuscire a farla nei migliori dei modi. Per la colazione ed il pranzo ci penseremo noi.
4.Dopo l'aggressione del compagno pakistano, Mohammad Bashara (Ali) accaduto a tor bella monaca, dove, come in tutta la città, si continua a dire “non siamo razzisti”, c'è la proposta da vagliare in assemblea di recarsi in questo quartiere nel pomeriggio di domenica per fare sentire la protesta dei migranti, noi come gruppo romano, oltre a manifestare la nostra solidarietà invitiamo l'assemblea a valutare insieme quale iniziativa intraprendere.

Quest'ultimo appuntamento accorcia ancora di più il tempo della nostra assemblea pertanto ricordiamo l'importanza di iniziare presto domenica e di essere concreti e costruttivi al massimo.

Nota: eventuali altre notizie nel blog: http://migrati.blogspot.com

I compagni romani
Roma 31 marzo 2009

Pakistano pestato a Tor Bella Monaca:

Alì una brava persona, mai dato fastidio...
di Laura Bogliolo
ROMA (30 marzo) - Uno striscione con la scritta “a 18 anni c'è il rischio”. Un albero che diventa un “monumento” dove incastonare lattine di birra vuote. La vetta dell'ombra della chiesa di S. Maria Madre del Redentore su via di Tor Bella Monaca, in una domenica che sa di dolore e qualche incomprensione per gli ultimi fatti di cronaca. Un quartiere, quello alla periferia est della città, che vive di contrasti. Tra ragazzini che gridano parolacce mentre calciano un pallone insultando il compagno perché non gli offre una sigaretta, e i sorrisi di chi parla di «Torbella» come del posto del cuore, quello che non si lascerebbe mai, perché «qui c'è umanità e ci si aiuta».

«Non siamo razzisti, quelli sono casi isolati» spiega Giada F., 37 anni, mentre aspetta la messa delle 12. Ha saputo dell'aggressione al commerciante pakistano. «Qui - racconta - non c'è nessun odio verso gli stranieri». Nel condominio dove abita Giada ci sono tante famiglie dello Sri Lanka. «Sono gentili, e noi lo siamo con loro, i nostri figli giocano insieme».
E a via Toraldo dove c'è il negozio del pakistano tutti sono addolorati. «Alì – come chiamano nel quartiere Mohammad Basharat – è una bravissima persona, sempre gentile e disponibile». La pensano così i romeni e i marocchini che abitano nella via, ma anche Gino, 74, anni romano, che ogni mattina andava a comprare la frutta da Alì. «Non dava fastidio a nessuno, perché l'hanno massacrato?» si chiede.

Prima le botte a un cinese proprio davanti alla chiesa, poi la rapina a un bengalese. Ma gli abitanti di Tor Bella Monaca proprio non ci stanno ad essere definiti «intolleranti». Le baby gang? Solo «ragazzini annoiati» che cercano di sfidare la vita «per conquistare quell'autostima persa chissà dietro a quale tragedia familiare» spiega Marco, 46 anni, che è andato a prendere i suoi bambini dopo la lezione di catechismo. Vicino alla chiesa il supermercato dove Alì era andato a fare la spesa prima di essere picchiato. La notizia di un'altra aggressione rende ancora più grigia la giornata. Un romeno vende occhiali davanti a un bar. «Lui lavora – spiega Giovanni, 32 anni – non dà alcun fastidio». Su un muro vicino al centro commerciale Le Torri spunta una frase razzista in un delirio di parole che annunciano la fine del mondo. Poi quello striscione (“a 18 anni c’è il rischio”) che secondo alcuni è un avvertimento: dopo la maggiore età se compi un reato le pene sono maggiori. Ma poco più in là ci sono le grafie dell'amore, quelle di “io e te tre metri sopra un cielo” che fanno capire che i respiri e i cuori di Tor Bella Monaca non sono poi così diversi da quelli di Ponte Milvio.

giovedì 26 marzo 2009

REPORT INCONTRO NAZIONALE DEGLI IMMIGRATI E IMMIGRATE A FIRENZE

Il giorno 15 febbraio si sono incontrati, a Firenze, cittadini immigrati e immigrate appartenenti e non ad alcune delle organizzazioni presenti in alcune città d'Italia.

All'ordine del giorno c'era la discussione sulla necessità di opporre all'onda razzista, xenofoba e discriminatoria accresciuta a seguito dei nuovi provvedimenti concepiti dall'attuale governo (decreto sicurezza e non solo) che si sommano alle conseguenze devastanti prodotte dalle norme contenute nella legge Bossi-Fini- una risposta responsabile e tempestiva dagli stessi immigrati/e.

Gli intervenuti, presso atto della grave crisi economica e sociale che colpisce l'intera collettività, a cominciare dai lavoratori, concordano nel affermare che questa crisi, di fatto, i lavoratori e le lavoratrici la stanno già pagando con i licenziamenti e la cassa integrazioni subiti in nome dell'abbassamento della produttività e/o della pseudo carenza di commesse delle aziende. I lavoratori immigrati e immigrate questa crisi la pagano in modo particolare, oltre a licenziamenti e cassa integrazione la loro scelta di costruire un presente e un futuro in questo paese è a rischio: rischiano di perdere il permesso di soggiorno perché, come non tutti sanno, è stato legato indissolubilmente al contratto di lavoro; rischiano come i lavoratori italiani di andare ad ingrossare l'emergenza abitativa per la perdita dell'alloggio, non potendo più pagare affitti e mutui: e possono finire nei centri di detenzione e identificazione, una volta costretti alla clandestinità, con susseguente pericolo di subire le espulsioni.

È stata ribadita la necessità di continuare, e rilanciare il processo di protagonismo, auto-organizzazione e auto-rappresentanza dei cittadini immigrati attraverso azioni, iniziative e battaglie da concordare e da mettere in atto in tempi brevi.

Alcune di queste sono: la ripresa della battaglia per la cittadinanza, da quella per il diritto dei bambini, figli di immigrati/e, nati in Italia ad essere riconosciuti italiani dalla nascita, a quella di residenza denunciando i tempi lunghi e l'uso improprio della discrezionalità della concessione a cui vanno incontro le domande di cittadinanza presentate dai cittadini immigrati/e. L'individuazione di modalità per porre all'attenzione della società i problemi derivanti dalla clandestinizzazione e dalla regolarizzazione negata che attentano direttamente ai diritti fondamentali di ogni cittadino, garantiti dalla Costituzione italiana all'art 2, come sta accadendo con l'introduzione tramite decreto della negazione del diritto alla salute ai cittadini immigrati privi di permesso di soggiorno.

Riguardo al decreto sicurezza e alle altre norme sparse nei vari decreti, senza dimenticare le ordinanze comunali, si preannuncia una campagna che non si esaurirà nelle iniziative di appoggio e collaborazione con gli operatori sanitari, già in atto in alcune territori, che si rifiutano di assecondare tale imbarbarimento, ma continuerà con una raccolta firme a livello nazionale per chiedere l'abolizione di tali norme, presenti nei vari decreti del governo e nelle ordinanze locali, che si configurano come attacco specifico ai cittadini immigrati, scelti strumentalmente come capri espiatori.

L'assemblea s'impegna a denunciare, in tutte le sedi opportune, la promozione dell'odio razziale, della xenofobia e del razzismo palesate in queste norme; si propone di fare discussioni pubbliche sulle quelle emanate in nome della sicurezza, per confutare l'idea diffusa che gli immigrati, tutte e tutti indiscriminatamente, ne costituiscono un pericolo; sull'analisi degli effetti della crisi economica sulla vita degli immigrati; infine ribadisce l'affinità naturale con chi, i cittadini italiani di buon senso, si oppone all'uso indiscriminato della decretazione, da parte del governo centrale e locale. Gli immigrati e immigrate non sono affatto dei fuori legge, ma cittadini che conoscono, difendono i propri diritti e rispettano i valori contenuti nella Costituzione italiana.

L'assemblea si è chiusa dopo 5 ore di discussione con il proposito di iniziare un percorso che, a partire da incontri territoriali con le varie realtà operanti in ambito immigrazione, confluisca in una grande appuntamento nazionale pubblico da realizzare a Roma il 5 aprile 2009 che diventi il luogo dove decidere, in forma assembleare e partecipata, quale organizzazione o soggetto, quali strumenti e quali metodologie usare per attuare le iniziative volte ad ottenere il rispetto dei cittadini immigrati, dei loro diritti e la garanzia di sicurezza per loro e per l'intera società di cui sono una parte importante.

ASSEMBLEA NAZIONALE DEGLI IMMIGRATI A FIRENZE
Unione Cittadini Immigrati Roma, Movimento Migrantes Y Familiares MFAM – Ass. Todo cambia Milano – Comitato Immigrati Napoli – Ass. Dhuumcatu - Lega Albanesi Illiria – Ass. Filippini Roma – Comitato Immigrati Roma – Ass. Sunugal Milano - Ass Insieme per la Pace - Ass Mosaico Interculturale – Federazione Senegalesi della Toscana –
SdL intercategoriale - Ass. FOCSI (Roma); Ass. Bangladesh (Roma); Uai (Como); Sdl
intercategoriale; Centro delle culture (Milano); Ass. Punto di partenza;
Movimento lotta per la casa (Firenze); Ass. El Mastaba (Firenze); Ass.
Arcobaleno (Riccione); Sunugal (Milano); FAT; Studio 3R di mediazione; Centro
delle culture (Firenze); Andres Barreto; Vojslao Stojanovrc (resp. Immigrazione
PRC-Torino); Mohamed Badaoui

Firenze, 15 febbraio 2009

APPELLO PER UN INCONTRO NAZIONALE DEGLIIMMIGRATI/E A FIRENZE

Care/i compagne/i,

A tutti noi risulta evidente la necessità di dare risposta al proseguimento delle persecuzioni dei cittadini immigrati poste in essere da questo governo. Riteniamo che questa risposta non possa prescindere dalla presenza organizzata degli immigrati a tutte le mobilitazioni che si dovranno sviluppare per cercare di fermare l’onda razzista, mantenuta in vita dal precedente governo e rinvigorita da quello attuale, che sta per colpire tutte e tutti noi.
Già dall’anno scorso in alcune città qualcosa si è iniziato a fare contro il dilagare di ordinanze, leggi e leggine mirate a consolidare l'apartheid ormai imperante in questo paese.

Pensiamo sia ancora una volta necessario che gli immigrati si incontrino e decidano insieme, senza tutori, come affrontare a viso aperto lo scenario che si sta consolidando e come condurre una battaglia destinata a durare nel tempo.

Le mobilitazioni di questo autunno hanno sicuramente visto la presenza degli immigrati insieme alle realtà organizzate in alcune città. A Milano, Caserta, Napoli, Como, Verona, Brescia, Venezia, Torino, Bologna, Parma, Treviso e a Roma ci siamo stati, ma queste mobilitazioni non sono state solo contro le misure repressive del governo nei confronti degli immigrati. I cortei ai quali siamo stati presenti, scuola, lavoro, scioperi, ci hanno visto quasi sempre come la coda di qualcosa che colpiva tutta la cittadinanza , della quale giustamente facciamo parte.

Ormai sono anni che si cerca di organizzare una mobilizzazione per i nostri diritti, le proposte cadono ogni volta nel vuoto o ci sono cose più importanti per le quali scendere in piazza.
Noi non abbiamo mai creduto che si otterranno miglioramenti reali della nostra esistenza solo attraverso interventi della chiesa, dei partiti, dei sindacati o dell’associazionismo antirazzista (interventi che pure riteniamo necessari ed utili), MA SIAMO CONVINTI DEL BISOGNO IMPRESCINDIBILE CHE C’È DI AFFERMARE UN MAGGIOR PROTAGONISMO SOCIALE E POLITICO DEGLI IMMIGRATI E IMMIGRATE.
Crediamo che occorre una presa di parola, forte e decisa, da parte nostra per poter cambiare realmente le nostre vite.

Per questo proponiamo agli immigrati in prima persona di incontrarci partecipando a questo incontro:

ASSEMBLEA NAZIONALE DEGLI IMMIGRATI A FIRENZE
DOMENICA 15 FEBRAIO 2009
Ore 10.00 alle Ore 15.00
in Piazza Dei Ciompi 11

Dalla Stazione di Firenze S.N prendere autobus n°14 e scendere alla Quarta fermata in via Ghibellina.
Promuovono:
Unione Cittadini Immigrati Roma, Movimento Migrantes Y Familiares MFAM – Associazione Todo cambia Milano – Comitato Immigrati Napoli - Associazione Dhuumcatu - Lega Albanesi Illiria - Associazione Filippini Roma – Comitato Immigrati Roma – Ass. Sunugal Milano - Ass Insieme per la Pace - Ass Mosaico Interculturale – Federazione Senegalesi della Toscana -

Comunicato stampa Firenze 15 febbraio 2009

Firenze, incontro nazionale degli immigrati e delle immigrate

Lo scorso 15 febbraio si sono incontrati a Firenze cittadini immigrati e immigrate proveniente da tutta Italia, tra essi portavoce di organizzazioni e singoli individui.

All'ordine del giorno, la discussione sulla necessità di opporre all'onda razzista, xenofoba e discriminatoria seguita ai nuovi provvedimenti dell'attuale governo - che si sommano alle conseguenze devastanti della Bossi-Fini - una risposta responsabile e tempestiva che parta dagli stessi immigrati/e.

I partecipanti concordano nel affermare che questa grave crisi economica e sociale che colpisce l'intera collettività tocca in modo particolare lavoratrici e lavoratori immigrati. Oltre a licenziamenti e cassa integrazione i migranti sentono che la loro scelta di costruire un futuro in questo Paese corre un serio pericolo, essi infatti rischiano:
- di perdere il permesso di soggiorno perché legato indissolubilmente al contratto di lavoro;
- di perdere l'alloggio non potendo più pagare affitti e mutui;
- di finire nei centri di detenzione e identificazione;
- e infine di venire espulsi, una volta costretti alla clandestinità.

Immigrati e immigrate affermano che è necessario rilanciare il protagonismo e l’auto-organizzazione e auto-rappresentanza dei cittadini immigrati attraverso azioni e iniziative da concordare e mettere in atto in tempi brevi tra cui:

1)riprendere la lotta per la cittadinanza; per il diritto dei figli nati in Italia ad essere riconosciuti italiani dalla nascita; per il diritto alla residenza denunciando lungaggini e un uso improprio della discrezionalità nella concessione della cittadinanza;
2)porre all'attenzione della società i problemi derivanti dalla clandestinità e dall’impossibilità di regolarizzarsi che attentano direttamente ai diritti fondamentali garantiti dall’art. 2 della Costituzione italiana
3)una campagna che prevede non solo l’appoggio agli operatori sanitari che rifiutano i recenti provvedimenti ma anche una raccolta firme locale e nazionale per chiedere l'abolizione delle norme che si configurano come attacco specifico ai cittadini immigrati contenute nel pacchetto sicurezza, in altri decreti e nelle ordinanze comunali

L'assemblea s'impegna a denunciare, in tutte le sedi opportune, la promozione dell'odio razziale, della xenofobia e del razzismo palesate in queste norme; propone discussioni pubbliche su quelle emanate in nome della sicurezza per confutare l'idea diffusa che tutti gli immigrati indiscriminatamente costituiscano un pericolo e sugli effetti della crisi economica nella vita degli immigrati. Infine ribadisce l'affinità naturale con chi, i cittadini italiani di buon senso, si oppone all'uso indiscriminato della decretazione, da parte del governo centrale e locale. Gli immigrati e immigrate non sono dei fuori legge, ma cittadini che conoscono, difendono i propri diritti e rispettano i valori contenuti nella Costituzione italiana.

L'assemblea propone di iniziare un percorso che, a partire da incontri territoriali con le varie realtà operanti nel campo dell’immigrazione, confluisca in una grande appuntamento nazionale pubblico da realizzare a Roma il 5 aprile 2009. Sede dove decidere, in forma assembleare e partecipata, quale organizzazione o soggetto, quali strumenti e metodologie usare per ottenere il rispetto dei cittadini immigrati, dei loro diritti e la garanzia di sicurezza per l'intera società di cui sono una parte importante.

ASSEMBLEA NAZIONALE DEGLI IMMIGRATI A FIRENZE
Ass. Dhuumcatu (Roma); Ass. UCI (Roma); Ass. FOCSI (Roma); Ass. Bangladesh (Roma); Comitato Immigrati (Roma); Uai (Como); Sdl intercategoriale; Ass. Insieme per la pace (Milano); Ass. Todo cambia (Milano); Centro delle Culture (Milano); Ass. Senegalesi Toscana; Ass. Punto di partenza; Movimento lotta per la casa (Firenze); Ass. Senegalesi (Firenze); Ass. El Mastaba (Firenze); Ass. Arcobaleno (Riccione); Sunugal (Milano); FAT; Studio 3R di mediazione; MFMA Ecuador; Centro delle Culture (Firenze); Comitato Immigrati (Napoli); Andres Barreto; Vojslao Stojanovrc (resp. Immigrazione PRC-Torino); Mohamed Badaoui.

mercoledì 25 marzo 2009

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Firenze, 02 marzo 2009

LETTERA APERTA


Al Presidente Camera dei Deputati
On. Gianfranco FINI


Ai Vice Presidenti
On. Rosy BINDI
On. Rocco BUTTIGLIONE
On. Antonio LEONE
On. Maurizio LUPI

e.p.c.
ai Deputati Capogruppo dell’opposizione

Onorevoli Deputati,

noi, organizzazioni e persone firmatarie, riunitesi in assemblea a Firenze lo scorso 15 febbraio, abbiamo deliberato di manifestarvi attraverso questo mezzo la nostra preoccupazione e la nostra indignazione per le conseguenze pratiche e per la lesione al Diritto che comporterebbe l’applicazione delle norme contenute nei recente provvedimenti del Governo in materia di pubblica sicurezza.

Dalle misure dei decreti si desume una visione esclusivamente problematica, patologica, nemica, di un fenomeno sociale naturale, quale è quello dell’immigrazione. Tutti i provvedimenti finora adottati del governo sono punitivi fino all’inverosimile, come a significare che i quattro milioni di migranti che viviamo in questo Paese fossimo, in modo anch’esso naturale, tendenzialmente delinquenti; e il resto della popolazione indifese vittime di questi barbari predatori e criminali.

Occorre ricordare, per esempio, quanto l’introduzione di misure come il “contratto di soggiorno”, nonostante l’ambigua retorica che sottende la sua motivazione, abbia spinto migliaia di migranti regolarmente soggiornanti da lungo tempo, all’irregolarità, a causa della precarizzazione del mondo del lavoro. Tale misura ha altresì comportato un aumento smisurato del lavoro delle questure, dovuto alla diminuzione della durata del permesso di soggiorno. Logica vorrebbe che si affrontasse questo problema, se non altro per dare un minimo di efficienza alla macchina statale.


Illustriamo questo tipo di situazione, che attiene soltanto all’ambito dell’efficienza amministrativa, dato che il clima di criminalizzazione e persecuzione, creato dal governo, porterebbe a considerare come pura utopia, interventi di civiltà e diritti quali, per citarne alcuni, la modifica inclusiva della legge sulla cittadinanza, il diritto di voto, l’introduzione di meccanismi di regolarizzazione.

Con il pretesto della deterrenza per fermare l’immigrazione clandestina, è stato previsto un complesso di provvedimenti tanto oppressivi e incostituzionali quanto inutili nella pratica.
La clandestinità, signori onorevoli, è il prodotto della quasi totale inesistenza di canali di ingresso legale. Far diventare reato l’ingresso clandestino, già considerato una violazione amministrativa; comporta un grave colpo alla costituzione, perché porta a punire la persona in quanto tale, per quello che è; non per il suo eventuale comportamento deviante.
La clandestinità come aggravante straccia il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge: forse che la condizione giuridica di queste e questi cittadini li faccia divenire una sottospecie?
Il fermo nei cpt che di per se è incostituzionale, oggi con l’aumento della permanenza in tali centri significa perseverare nell’errore, nella punizione di quelli che sono nati nei posti sbagliati, nell’inutilità e assurdità dell’azione dello Stato. Sia per quanto riguarda i principi, ossia la detenzione in assenza di reato, sia per quanto riguarda la funzionalità del sistema. Il rapporto della Commissione De Mistura ha illustrato che, nel 2006, gli stranieri sprovvisti di permesso di soggiorno transitati nei cpt sono stati 22mila, 8mila dei quali identificati e di questi 6mila gli espulsi. Ha sottolineato inoltre che per il 60% si è trattato di persone che avevano già scontato delle condanne, e non sono state identificate in carcere, e di lavoratrici della cura. Questi dati dimostrano quanto siano inutili queste strutture per affrontare le questioni dichiarate: a dispetto della realtà il governo insiste nell’ aumentarne il numero e, quello che è peggio, nell’aumentare il tempo di detenzione amministrativa.
È evidente, onorevoli deputati, che la clandestinità è necessaria ad un mondo di economia sommersa tollerata dal governo, di fronte alla quale non è stato emesso provvedimento alcuno. Come se questo tipo di economia illegale e il mantenimento di manodopera vulnerabile e ricattabile fossero funzionali al sistema, fondato sulla supremazia del profitto rispetto al diritto della persona che quel profitto crea con il proprio lavoro.

Il carattere persecutorio delle politiche dell’attuale governo è tale che non si limita a punire coloro per i quali il ministro titolare ha fatto richiamo alla cattiveria; ma diventano vittime della mannaia securitaria anche i “buoni”, quelli che si vogliono “integrare”, quelli che contribuiscono al PIL in misura superiore a quanto viene loro devoluto in servizi.

In un Paese dove ancora oggi si nasce stranieri, la mancanza di possibilità di riconoscimento dei figli nati da donne in condizioni di irregolarità, oltre alla stranierità eterna, creerà una ulteriore sottospecie di persone; non soltanto nati stranieri, ma figli di nessuno.
I limiti alla iscrizione anagrafica basati sul reddito, introducono un criterio censuale nell’accesso ai diritti fondamentali. Data la centralità della residenza nella vita dei cittadini, il diniego di iscrizione ai registri comunali emarginerà ulteriormente migliaia di persone, con risultati catastrofici su tutti i piani.
Abitare in una casa idonea è un diritto. Com’è possibile che l’impossibilità di accesso ad un’abitazione dignitosa, per noi diventi ancora di più un dovere, e che siamo puniti con la pena dell’inesistenza giuridica e tutto quello che ne consegue, quando non “ottemperiamo”?

Tutto un complesso di misure che costituiscono le trame del tessuto fumogeno su cui poggia l’azione dell’attuale governo. Con uno spostamento del centro dei problemi veri che affliggono la nazione, attraverso il governo della paura, politicamente costruita, sulla quale parte consistente del governo si è conquistata il consenso.

L’utilizzo in chiave “etnica” dei condannabili episodi di violenza contro le donne, è una grave offesa alle donne stesse, perché sorvola il vero problema: l’aggressione maschile contro il corpo delle donne che, da fatto in grande prevalenza familiare e comunque trasversale a tutti i parametri sociali, culturali e geografici, diventa strumento di propaganda politica quando l’aggressore è straniero.

Non sfugge a nessuno che la condizione di vulnerabilità dei migranti ci rende i soggetti preposti a pagare per primi l’attuale crisi economica: siamo i primi ad essere licenziati, i primi a finire in cassa integrazione. Con il licenziamento si rischia il rinnovo del documento al quale è appesa la nostra vita, il permesso di soggiorno, e come conseguenza rischiamo la detenzione amministrativa e infine l’espulsione. Diteci signori onorevoli cosa c’è di giusto, di razionale, di logico in tutto questo. Abbiamo sperato che un provvedimento che ammortizzi tale ingiustizia fosse stato almeno pensato da qualche nostro legislatore.

Le ronde rappresentano l’abdicazione delle istituzioni a governare i fantasmi, nonché una vera delegittimazione degli organi preposti, formati e remunerati dall’intero Paese, noi compresi, per garantire l’ordine e la sicurezza pubblica per tutte e tutti.

Richiamiamo l’attenzione del Parlamento, attraverso le sue più alte cariche, affinché i legislatori e le legislatrici utilizzino gli strumenti che consente loro la legge per arrestare questa deriva politico- culturale, dai nefasti effetti materiale su milioni di persone che, come noi, qui hanno scelto di vivere, di contribuire, di riprodursi. Si tratta di una questione di civiltà, nella patria del diritto. La definizione politica che regola il vivere fra esseri umani non può essere lasciata completamente in mano di chi predica la xenofobia, il razzismo, l’odio nei confronti dei capri espiatori, solleticando i più basi istinti di quella parte della popolazione indigena più ai margini e con meno strumenti di decodifica.

Ci appelliamo a voi perché riteniamo che non possiate non rispondere alla vostra coscienza e alla vostra responsabilità. Non potete continuare ad agire con indifferenza di fronte allo scempio della civiltà e del diritto prodotto dal libero sfogo della sciovinismo dell’opulenza leghista, che miete vittime sprovviste di qualsiasi strumento istituzionale di difesa.

Unione Cittadini Immigrati Roma, Movimento Migrantes Y Familiares MFAM – Ass. Todo cambia Milano – Comitato Immigrati Napoli – Ass. Dhuumcatu - Lega Albanesi Illiria – Ass. Filippini Roma – Comitato Immigrati Roma – Ass. Sunugal Milano - Ass Insieme per la Pace - Ass Mosaico Interculturale – Federazione Senegalesi della Toscana – Associazione Punto di Partenza - Associazione Centro delle Culture Firenze – Associazione El Mastaba – Comitato Immigrati Roma

Farhia Aidid Aden, Mohamed Badaoui, Andres Barreto, Hamdy Bhaloul, Jorge Carazas, Mercedes Cuenca, Pape Diaw, Raschid Fenakovi, Mercedes Frias, Edgar Galiano, Dirne Gora, Modou Gueye, Salah Ibrahim, Assane Kebe, Gladys Levano, Papa Mashamba, Shi Shi Mien, Nowfer Mohiden, Karim Mridha, Siddique Nure Alam, Amin Nurul, Edda Pando, Roberto Reyes, Younes Rhouma Roger, Sessou Quassi, Abou Soumahoro, Brahim souqi, Vojslao Stojanovrc, Miriam, Riadh Zaghdane

ASSEMBLEA NAZIONALE DEGLI IMMIGRATI E DELLE IMMIGRATE


“Per riuscire a cambiare realmente le nostre vite in Italia, in Europa occorre una presa di parola, forte e decisa...
da parte nostra”

Il 15 febbraio scorso un gruppo di cittadini/e immigrati/e si è incontrato a Firenze, un appuntamento pubblico, perché eravamo e siamo convinti che solo a partire da un confronto e da una discussione seria sulla necessità di opporci, con determinazione, all’onda razzista, xenofoba e discriminatoria che il governo ha sapientemente alimentato con i suoi annunci, provvedimenti e decreti, potremo dare un senso alla protesta che giustamente viene da più parti in questo particolare momento. Non abbiamo dubbi che questa linea politica sia la continuazione di quanto posto in essere dai passati governi di centro sinistra e destra, che insieme hanno creduto che andare incontro alle richieste di quella parte della cittadinanza italiana, che si ritiene “doc” e guarda con disprezzo chi è diverso, fosse elettoralisticamente producente.
Questa politica del governo è fatta, anche, per disorientare il resto della popolazione italiana convincendola attraverso un bombardamento mediatico dell’esistenza di un terribile nemico facilmente individuabili tra i cittadini/e immigrati/e e cittadini rom. Abbiamo deciso a Firenze di rivederci a Roma per proseguire il nostro cammino, che parte da lontano: dall’esperienza nell’associazionismo, nei sindacati e anche nel percorso che alcuni di noi ha fatto nel CII (Comitato Immigrati in Italia). Ci siamo dati il compito di proseguire nel coinvolgimento di quella parte della cittadinanza che non ritiene umanamente accettabile il comportamento e le scelte del governo in materia di immigrazione, oltre al maggior numero possibile di immigrati/e.
Noi che, come i milioni di immigrati nel mondo, negli USA e nella fortezza Europa, abbiamo fatto nostro lo slogan: “qui siamo e qui rimaniamo”, siamo convinti che solo una presa di coscienza chiara e decisa potrà ridarci la forza per difendere la nostra dignità ed il ruolo che svolgiamo in questo paese, e crediamo sia giunta l’ora di chiamare gli immigrati/e e gli italiani/e antirazzisti/e a costruire resistenza, ad attrezzarci per difendere i nostri diritti, che sono i diritti di uomini e donne che non si arrendono alla marcia vergognosa di un governo che segrega, fa sparire, e condanna all’incertezza migliaia di persone, un governo che insiste nell'imporre il loro concetto di “italianità”.
La nostra proposta è questa: incontriamoci, parliamo, discutiamo del nostro futuro, insieme poniamo le basi per costruire la più ampia unità possibile di tutte e tutti gli immigrati/e, senza dimenticare che solo costruendo organizzazione e soggettività riusciremo a contrastare l’invisibilità, la clandestinità e saremo finalmente protagonisti della nostra vita, del nostro futuro, capaci di incidere in ambito sociale, economico e politico e di costruire alleanze e convivenza fraterna con i cittadini italiani. Riteniamo questo appuntamento, un passaggio decisivo, per decidere in forma assembleare e partecipata, quale organizzazione o soggetto, quali strumenti e quali metodologie usare per attuare le iniziative necessarie per ottenere, come cittadini immigrati, rispetto dei nostri diritti e garanzia di sicurezza e giustizia sociale per noi e per l’intera società, della quale siamo una parte importante.

E´ GIUNTA L’ORA DI AFFERMARE IL PROTAGONISMO SOCIALE E POLITICO
DEGLI IMMIGRATI E DELLE IMMIGRATE
ROMA 5 aprile 2009
ASSEMBLEA NAZIONALE
Dalle ore 10.00 alle ore 15.00
indirizzo: Via Galileo 57
(Vicinissimo Piazza Vittorio / stazione Termini)

Promuovono:
Unione Cittadini Immigrati Roma, Movimento Migrantes Y Familiares MFAM – Ass. Todo cambia Milano – Comitato Immigrati Napoli – Ass. Dhuumcatu - Lega Albanesi Illiria – Ass. Filippini Roma – Comitato Immigrati Roma – Ass. Sunugal Milano - Ass Insieme per la Pace - Ass Mosaico Interculturale – Federazione Senegalesi della Toscana – SdL intercategoriale - Ass. FOCSI (Roma); Ass. Bangladesh (Roma); Uai (Como); Centro delle culture (Milano); Ass. Punto di partenza; Movimento lotta per la casa (Firenze); Ass. El Mastaba (Firenze); Ass. Arcobaleno (Riccione); FAT; Studio 3R di mediazione; Centro delle culture (Firenze); Andres Barreto (Roma); Vojslao Stojanovrc (resp. Immigrazione PRC-Torino); Mohamed Badaoui...

ASSEMBLEE NATIONALE DES IMMIGRANTS ET DES IMMIGRANTES

“Pour parvenir à changer vraiment nos vies en Italie et en Europe il faut que nous prenions une position forte et résolue “.

Le 15 février dernier, un groupe de citoyens et citoyennes émigrés s’est réuni à Florence, un rendez-vous ouvert au public, parce que ces citoyens étaient convaincus et le sont encore, que seule une confrontation et une discussion sérieuse sur la nécessité de s’ opposer, avec détermination, à la vague de racisme , de xénophobie e de discrimination que le gouvernement a su savamment alimenter avec ses déclarations, dispositions et décrets , pourra donner un sens aux protestations qui proviennent de différentes parts en ce moment particulier.

Nous ne doutons pas que cette ligne politique soit la continuation de la politique mise en pratique par les gouvernements passés du centre droite et du centre gauche, qui ont cru que supporter les nombreuses demandes d’une certaine partie de la population italienne, retenue « doc » mais qui ont un grand dédain pour qui est différent, serait une bonne affaire électorale.
Cette politique du gouvernement est faite pour désorienter le reste de la population italienne, et pour la convaincre, à travers un bombardement des médias, de l’existence d’un terrible ennemi facilement reconnaissable dans les citoyens et citoyennes rom.
A Florence nous avons décidé de nous revoir à Rome pour poursuivre notre chemin qui part de loin: de l’expérience dans le monde des associations, des syndicats et aussi dans le parcours que plusieurs d’entre nous ont fait dans le CII (Comité des Immigrants en Italie).

Nous nous sommes engagés à continuer de sensibiliser cette partie de la population qui ne considère pas comme humainement possible d’accepter le comportement et les choix du gouvernement en matière d’immigration ainsi que le plus grand nombre possible d’immigrants et immigrantes.
Comme des millions d’immigrants dans le monde, aux Etats Unis et dans la forteresse Europe, nous avons fait notre le slogan “nous sommes ici et ici nous restons” et nous sommes convaincus que seule une prise de conscience claire et ferme pourra nous redonner la force de défendre notre dignité et le rôle que nous avons dans ce pays. Nous croyons qu’il est temps d’appeler les immigrants et immigrantes, les italiens et les italiennes antiracistes à construire une résistance pour défendre nos droits, qui sont les droits d’hommes et de femmes qui ne veulent pas se rendre à la marche honteuse d’un gouvernement qui isole, fait disparaître et condamne à l’incertitude des milliers de personnes; un gouvernement qui continue à vouloir imposer le concept d’ « italianité ».
Notre proposition est la suivante: rencontrons- nous, parlons, discutons de notre futur et ensemble posons les bases pour construire une plus grande unité de tous les immigrants et les immigrantes. N’oublions pas que c’est en construisant une bonne organisation et une structure solide que nous réussirons à combattre l’invisibilité et la clandestinité et que nous serons finalement protagonistes de notre vie, de notre futur et capables de compter au point de vue social, économique et politique ; nous pourrons ainsi construire des accords et des rapports fraternels avec les citoyens italiens.
Nous pensons que ce rendez-vous est un passage décisif pour décider, en assemblée participée, quelle organisation ou sujet, quels instruments et quelle méthodologie utiliser pour réaliser les initiatives nécessaires à obtenir, en tant que citoyens immigrés, le respect de nos droits et la garantie de sécurité et justice sociale pour nous et pour la société en général, dont nous sommes une partie importante.

LE MOMENT EST ARRIVE’ D’AFFIRMER LE PROTAGONISME SOCIAL ET POLITIQUE DES IMMIGRANTS ET DES IMMIGRANTES.

ROMA 5 avril 2009
ASSEMBLEE NATIONALE
de 10.00 à 15.00 heures
Adresse: via Galileo 57
(près Piazza Vittorio / stazione Termini)


Promoteurs:

Unione Cittadini Immigrati (Roma), Movimento Migrantes Y Familiares MFAM, Ass. Todo Cambia (Milano), Comitato Immigrati (Napoli), Ass. Dhuumcatu, ­ Lega Albanesi Illiria, Ass. Filippini Roma, Comitato Immigrati (Roma), Ass, ­ Ass. Insieme per la Pace (Milano) ­ Ass. Mosaico Interculturale (Milano), Federazione Senegalesi della Toscana, SdL intercategoriale, ­ Ass. FOCSI (Roma); Ass. Bangladesh (Roma); Uai (Como), Centro delle culture (Milano); Ass. Punto di partenza; Movimento lotta per la casa (Firenze); Ass. El Mastaba (Firenze), Ass. Arcobaleno (Riccione); Ass. Sunugal (Milano), FAT; Studio 3R di mediazione (Milano), Centro delle culture (Firenze); Andres Barreto (Roma); Vojslao Stojanovrc (resp. Immigrazione PRC ­Torino); Mohamed Badaoui, ass. interculturale Todo Cambia (Milano)

ASAMBLEA NACIONAL DE LOS INMIGRANTES Y DE LAS INMIGRANTES

"Para lograr cambiar realmente nuestras vidas tanto en Italia como en Europa hay che levantar la voz con fuerza y decisión...
y debemos hacerlo nosotros.”

El 15 de febrero un grupo de ciudadanos inmigrantes se reunió en Florencia, en una sesión pública, porque estábamos y estamos convencidos de que sólo a través de una confrontación y de un debate serio sobre la necesidad de oponerse con determinación a la ola racista, xenófoba y discriminatoria, que el gobierno Berlusconi ha alimentado, inteligentemente, con sus anuncios, decretos y medidas, podremos dar sentido a la protesta que con razón proviene de varias partes de la sociedad en este momento particular. No cabe duda de que ésta política es la continuación de lo puesto en marcha por anteriores gobiernos, de derecha y de centro izquierda , que han creido que satisfaciendo las demandas de aquella parte de la ciudadania italiana, que se considera "doc" y mira con desprecio a quienes son “diferentes”, se obtendrian mejores resulatados electorales.

Ésta política gubernamental se implementa, también, para confundir al resto de la población italiana, convenciendola por medio del bombardeo, con los medios de comunicación, de la existencia de un terrible enemigo fácilmente identificable entre los ciudadanos inmigrantes y ciudadanos rom. Decidimos en Florencia de vernos de nuevo en Roma para continuar nuestro camino, que viene de lejos: desde nuetra participación en el asociacionismo, en los sindicatos y también en la experiencia que algunos de nosotros vivimos cuando constituimos el CII (Comité de los inmigrantes en Italia). Nos hemos fijado la tarea de obtener la participación a nuestras batallas de la parte de la ciudadanía italiana que no considera humanamente aceptable el comportamiento y las decisiones tomadas por el gobierno en materia de inmigración, además de tratar de vincular a ésta lucha el mayor número posible de inmigrantes
.
Nosotros, al igual que los millones de inmigrantes en el mundo, desde los EE.UU. a la Fortaleza Europa, hemos hecho nuestro el lema: “aquí estamos y aquí non quedamos”. Estamos seguros de que sólo la toma de conciencia, clara y convencida, podrà darnos la fuerza para defender nuestra dignidad y el papel que desempeñamos en este país. Tambien creemos que ha sonado la hora de llamar a los hombres y mujeres inmigrantes y a los italianos e italianas antirracistas a construir juntos resistencia, y a equiparnos para defender nuestros derechos, que son los derechos de cada hombre y mujer que ha decidido de no rendirse delante la marcha de la vergüenza de un gobierno que usa la segregación, la desaparición, y la condena a la incertidumbre para miles de personas: un gobierno que insiste en imponer su concepto de "italianidad".

Nuestra propuesta es la siguiente: encontrémonos, hablemos, discutamos de nuestro futuro y juntos construyamos las bases para la más amplia unidad posible de los inmigrantes, sin olvidar que sólo mediante la creación de organización y de subjetividad lograremos poner un freno a la invisibilidad y a la clandestinidad; podremos ser finalmente protagonistas de nuestras vidas y de nuestro futuro; seremos capaces de impactar en la vida social, económica y política de éste pais; y podremos realizar alianzas, construir convivencia y fraternidad con los ciudadanos italianos. Creemos que este encuentro nacional representa un paso decisivo, para decidir en forma conjunta qué tipo y qué calidad de organización o entidad debemos inmaginar, cuáles herramientas y cuáles metodologías seran necesarias para obtener, como ciudadanos inmigrantes, el respeto de nuestros derechos y la garantía de la seguridad y la justicia social para nosotros y para toda la sociedad, de la que somos una parte importante.

HA LLEGADO EL MOMENTO DE AFIRMAR EL ROL SOCIAL Y POLÍTICO DE LOS Y DE LAS INMIGRANTES
ROMA 5 de abril de 2009
Direccion: Via Galileo 57
Desde las horas 10.00 a las horas 15.00
(muy cerca de la “Piazza Vittorio” y de la estacion “Termini”)
Promuovono: Unione Cittadini Immigrati Roma, Movimento Migrantes Y Familiares MFAM – Ass. Todo cambia Milano – Comitato Immigrati Napoli – Ass. Dhuumcatu - Lega Albanesi Illiria – Ass. Filippini Roma – Comitato Immigrati Roma – Ass. Sunugal Milano - Ass Insieme per la Pace - Ass Mosaico Interculturale – Federazione Senegalesi della Toscana – SdL intercategoriale - Ass. FOCSI (Roma); Ass. Bangladesh (Roma); Uai (Como); Centro delle culture (Milano); Ass. Punto di partenza; Movimento lotta per la casa (Firenze); Ass. El Mastaba (Firenze); Ass. Arcobaleno (Riccione); FAT; Studio 3R di mediazione; Centro delle culture (Firenze); Andres Barreto (Roma); Vojslao Stojanovrc (resp. Immigrazione PRC-Torino); Mohamed Badaoui...