sabato 27 febbraio 2010

ROMA IN PIAZZA IL PRIMO MARZO

Una giornata di mobilitazione contro la Bossi-Fini e il Pacchetto sicurezza
Attraversiamo la città per i diritti di cittadinanza
Rilanciamo la vertenza Rosarno


Repressione e criminalizzazione, negazione dei diritti e degli spazi di convivenza, politiche d’intolleranza e campagne d’odio. Dai flussi al lavoro, dalla scuola al sociale, le scelte del governo sull’immigrazione sono sempre più caratterizzate dalla propaganda che alimenta razzismo e xenofobia. Il Pacchetto sicurezza rafforza un contesto sociale che fa degli ultimi merce da sfruttare. È un concentrato di ipocrisia: il reato di clandestinità è solo un alibi per favorire lo sfruttamento della forza lavoro migrante. Il tutto in un contesto europeo che, se pur con toni diversi, legittima la chiusura delle frontiere nel nome della sicurezza, di fatto rafforzando un pericoloso principio: pieni diritti ai cittadini Ue, nessun diritto agli altri.

Intanto però la crisi allarga il disagio e la frattura sociale e l’approccio securitario all’immigrazione è di fatto un ulteriore strumento per dividere ed indebolire il mondo del lavoro e predisporre un nuovo modello di società basato sulla destrutturazione dei diritti di tutte e di tutti aumentando l’insicurezza sociale. Un contesto dentro il quale è nata quell’ampia rete che ha costruito una forte opposizione sociale alle politiche securitarie del governo, con la grande mobilitazione dello scorso autunno. Regolarizzazione, stop ai respingimenti, no ai Cie, diritti sociali e di cittadinanza, una piattaforma larga e condivisa che ha permesso al popolo del 17 ottobre di radicare la lotta nei territori. Così come a Roma dove l’opposizione al Pacchetto sicurezza e alla Bossi-Fini si è caratterizzata concretamente nella costruzione di uno spazio di azione politica e di tutela concreta dei percorsi di resistenza dei migranti, come l’esperienza della comunità afgana che assieme alle associazioni antirazziste chiede con forza il diritto d’asilo in virtù di una guerra subita dall’Occidente o come la rete no cie che ha prodotto negli ultimi mesi diverse mobilitazioni per la chiusura di Ponte Galeria. Decine di associazioni, centri sociali hanno determinato così percorsi di inclusione sociale e resistenza alla discriminazione con l'apertura di scuole d'italiano, sportelli di assistenza legale e spazi di aggregazione sociale e di autorganizzazione.

In questa complessa realtà di solidarietà e resistenza nasce la vertenza seguita alla ribellione degli africani a Rosarno che sono arrivati a Roma. Dopo le immediate mobilitazioni nella Capitale – con le comunità migranti e le associazioni antirazziste in piazza con lo slogan “Troppa (in)tolleranza nessun diritto”- sono stati i lavoratori migranti provenienti dalla Calabria, e ospitati da centri sociali e occupazioni romane, a costruire un’importante esperienza di autorganizzazione e di lotta. “I mandarini e le olive non cadono dal cielo” ci hanno detto con il documento scritto dall’Assemblea dei lavoratori africani di Rosarno a Roma. Una vertenza che prosegue per il riconoscimento del permesso di soggiorno per tutti i migranti deportati dalla Calabria, oltre che per l’accoglienza. Perché va ribadito con forza che gli africani di Rosarno sono vittime e non criminali. Perché occorre contestare quel “modello Rosarno” disegnato dal ministro Maroni all’indomani dello sgombero degli africani. Perché la specificità rosarnese sta nella presenza e nel dominio di una ‘ndrangheta criminale e razzista, contro la quale, occorre dirlo, bisogna costruire percorsi di riappropriazione degli spazi oggi sottratti alla democrazia e all’agire politico. Perché bisogna tenere alta la tensione sul caso Rosarno.

In questo clima, la giornata del Primo marzo si va caratterizzando come un'importante mobilitazione nazionale per i diritti di cittadinanza. A Roma le comunità migranti e le associazioni antirazziste attraversaranno insieme questa giornata, mettendo in campo tutta una varietà di mobilitazioni e di azioni, che culmineranno nel corteo pomeridiano da Porta Maggiore.


Gli appuntamenti della giornata:

h. 10:00 >> Protesta di fronte all'INPS (Via dell'Amba Aradam 5) per i contributi versati e non recuperati.

h. 10:30 >> Lezioni di clandestinità a Piazza Montecitorio, con gli studenti medi e universitari contro il razzismo.

h. 17:00 >> MANIFESTAZIONE DA PORTA MAGGIORE A PIAZZA DELL'ESQUILINO



Troppa (in)tolleranza nessun diritto
No al soggiorno a punti - Regolarizzazione per tutti


RETE ROMANA CONTRO IL RAZZISMO

venerdì 26 febbraio 2010

L_Europe_des_camps_2009

Centri CIE aggiornati per sito

REPORT SINTETICO RIUNIONE SABATO 20 FEBBRAIO

Territorio Iniziative “1 marzo 2010 – Un giorno senza di noi”

Alessandria Ore 17.00 presidio in Piazzetta della Lega
Bari ore 10.00 assemblea pubblica “Il paradosso degli invisibili” presso l’aula IX
dell’Università
ore 18.30 presidio in Piazza del Ferrarese con lettura di testi di letteratura
migrante, testimonianze e racconti
Bergamo ore 18.00 manifestazione a Palazzo Frizzoni
Bologna per l’intera mattinata il Centro Lavoratori Stranieri della Cgil trasferirà la sua
attività in Piazza a Nettuno
dalle 16.00 alle 19.00 ritrovo in Piazza Nettuno per un presidio e una mostra
fotografica in cui si esporranno i volti dei nuovi cittadini, tutti sono invitati a farsi
fotografare
Bolzano dalle 11.00 alle 20.00 stand informativi, concerti, attività territoriali e laboratori
per bambini e alle ore 18.00 lancio di palloncini gialli
Brescia dalle 10.00 alle 14.00 presidio in Piazza della Loggia, altri presidi si terranno nella
provincia nei mercati e davanti alle scuole
Campobasso ore 18.30 appuntamento in Piazza S. Francesco
Cantù dalle 17.00 alle 21.30 in Largo XX settembre presidio “Con il giallo accendi
l’accoglienza, spegni la violenza”
Catania dalle 18.00 alle 20.00 incontro di una delegazione con la Prefettura preceduto da
un presidio in Piazza Stesicoro, a seguire cena etnica
Catania - Siracusa ore 6.00: pellegrinaggio in pulmino nei ai luoghi del caporalato intorno a Cassibile,
a seguire corteo e pranzo di solidarietà con Don Carlo D’Antoni
Ferrara ore 18.00 manifestazione in Piazza Duomo
Firenze dalle 16.00 alle 20.00 presidio in Piazza S. Annunziata
Forlì - Cesena dalle 16.30 alle 20.30 appuntamento in Piazza Saffi con animazione per bambini,
concerto e lancio di palloncini gialli, alle ore 20.00 dibattiti e concerti
Genova ore 18.00 partenza corteo da Commenda De Pré verso Piazza Matteotti per
concerto e festa a partire dalle ore 20.00
Isola del Liri ore 10.00 presidio antirazzista in Piazza Boncompagni
Lecco dalle 18.00 alle 20.00 appuntamento davanti alla stazione, a seguire corteo verso
Piazza Garibaldi
Lodi ore 17.00 ritrovo in Piazza della Vittoria, ore 17.30 partenza corteo
Lucca ore 10.00 presidio sul piazzale della stazione ferroviaria
Mestre ore 9.00 manifestazione degli studenti con concentramento in Via Palazzo davanti
al municipio
ore 17.30 Appuntamento in Piazza Ferretto
Milano ore 9.30 appuntamento a Palazzo Marino per corteo e dibattito, nella mattinata 5
striscioni verranno affissi in altrettanti punti strategici della città
ore 17.30 ritrovo in Piazza Duomo, alle ore 18.30 lancio di palloncini gialli
ore 19.00 corteo da Piazza Duomo a Piazza Cordusio, fiaccolata, interventi dal
palco e concerto
Montecchio Maggiore nella serata è prevista una fiaccolata
Monza ore 8.00 volantinaggi nelle scuole e nei luoghi di lavoro
dalle 8.30 alle 11.00 presidio davanti alla sede INPS di Via Correggio
dalle ore 14.30 alle 16.00 iniziativa presso il liceo “Porta” di Via Guerrina
ore 19.00 iniziativa “1 marzo con le istituzioni” in Piazza Trieste e Trento, incontro
con sindaco e capigruppo del Consiglio Comunale, presidente della provincia e
capigruppo del Consiglio Provinciale
Napoli ore 11.00 corteo da Piazza Garibaldi
Oristano ore 11.30 sit-in in Piazza Eleonora
ore 17.30 ritrovo in Piazza Eleonora per il lancio di palloncini gialli
ore 18.30 presso il Centro Servizi Culturali programma teatrale sulle migrazioni e a
seguire proiezioni di documentari sull’emigrazione italiana
Padova Liceo Modigliani: ore 10.00 lezioni di clandestinità; ore 11.00 assemblea dei
docenti; ore 13.00 cibi dal mondo; ore 14.30 performance artistica
ore 11.30 presso la Cgil conferenza stampa “lavoratori migranti e disoccupazione,
testimonianze a confronto”
ore 15.00 incontro con il Prefetto sulla moratoria sugli sfratti
ore 16.30 presso IIS “Ruzza” Via Sanmicheli 8, “immigrazione, scuola, diritti e
cittadinanza”
ore 17.00 presidio
ore 20.00 corteo
Pavia ore 18.00 presidio in Piazza Vittoria
Perugia ore 14.30 appuntamento in Piazza Italia per corteo in Corso Vannucci verso Piazza
IV Novembre con interventi, musica e presidio fino alle ore 18.30
Pordenone dalle 10.00 alle 13.00 appuntamento in Piazza XX Settembre per “colorare la
piazza di giallo”
Reggio Emilia dalle 10.00 alle 12.00 presidio in Corso Garibaldi davanti alla Prefettura
dalle 10.00 alle 18.00 presidio permanente in Piazza Casotti
Rimini ore 11.00 volantinaggio in Piazza Cavour
ore 17.00 ritrovo alla stazione ferroviaria per il corteo
ore 19.00 sound meticcio alla vecchia pescheria
Roma ore 10.00 sit-in di protesta presso la sede INPS Via dell’Amba Aradam 5
dalle 10.30 alle 11.30 lezioni di clandestinità a Piazza Montecitorio con gli studenti
medi e universitari
ore 14.00 iniziativa del Comitato Immigrati in Piazza Esquilino
ore 17.00 corteo della rete antirazzista romana da Porta Maggiore
ore 17.00 manifestazione con concerto in Piazza Vittorio
Suzzara Presso il CUP dell’ospedale personale medico e amministrativo a disposizione per
informazioni sui servizi sanitari. Dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 16.00 sono
presenti due mediatori linguistico-culturali.
Taranto dalle 17.30 alle 21.30 assemblea in strada in Piazza Immacolata organizzata dalle
comunità migranti con interventi, concerti e proiezioni video
Torino dalle 17.00 alle 19.00 presidio di fronte alla stazione di Porta Nuova
Trento dalle 10.30 alle 12.00 presidio davanti all’ospedale Santa Chiara con le lavoratrici
delle imprese di pulizia
Trieste ore 15.00 appuntamento in Piazza Sant’Antonio per andare in giro per la città a
cancellare scritte razziste
ore 17.00 partenza corteo da Piazza Ponterosso
Udine ore 17.30 presidio in Piazza S. Giacomo con interventi di autorità istituzionali,
rappresentanti delle comunità migranti e sound system
Varese dalle 16.00 alle 20 presidio in Piazza XX Settembre, una via della città verrà
riempita di fiori gialli – a seguire cena etnica offerta a detenuti e agenti di
sorveglianza del carcere
Vicenza ore 8.30 appuntamento alla stazione FS per manifestazione studentesca
ore 19.30 partenza della fiaccolata da Via Tecchio per chiedere il ritiro della
delibera comunale sull’idoneità dell’alloggio
Fonti:
http://www.cgil.it/grigliadocumenti.aspx?KW=primavera%20antirazzis
http://www.primomarzo2010.it/2008/02/appuntamenti.html
Entrambi i siti vengono costantemente aggiornati. Questo elenco comprende le segnalazioni presenti al 25.2.2010.

mercoledì 24 febbraio 2010

ROMA IN PIAZZA IL PRIMO MARZO

Una giornata di mobilitazione contro la Bossi-Fini e il Pacchetto sicurezza.
Attraversiamo la città per i diritti di cittadinanza.
Rilanciamo la vertenza Rosarno.

Azioni e mobilitazioni dislocate la mattina.
ORE 17:00 CORTEO CITTADINO DA PORTA MAGGIORE.


Repressione e criminalizzazione, negazione dei diritti e degli spazi di convivenza, politiche d’intolleranza e campagne d’odio. Dai flussi al lavoro, dalla scuola al sociale, le scelte del governo sull’immigrazione sono sempre più caratterizzate dalla propaganda che alimenta razzismo e xenofobia. Il Pacchetto sicurezza rafforza un contesto sociale che fa degli ultimi merce da sfruttare. È un concentrato di ipocrisia: il reato di clandestinità è solo un alibi per favorire lo sfruttamento della forza lavoro migrante. Il tutto in un contesto europeo che, se pur con toni diversi, legittima la chiusura delle frontiere nel nome della sicurezza, di fatto rafforzando un pericoloso principio: pieni diritti ai cittadini Ue, nessun diritto agli altri.

Intanto però la crisi allarga il disagio e la frattura sociale e l’approccio securitario all’immigrazione è di fatto un ulteriore strumento per dividere ed indebolire il mondo del lavoro e predisporre un nuovo modello di società basato sulla destrutturazione dei diritti di tutte e di tutti aumentando l’insicurezza sociale. Un contesto dentro il quale è nata quell’ampia rete che ha costruito una forte opposizione sociale alle politiche securitarie del governo, con la grande mobilitazione dello scorso autunno. Regolarizzazione, stop ai respingimenti, no ai Cie, diritti sociali e di cittadinanza, una piattaforma larga e condivisa che ha permesso al popolo del 17 ottobre di radicare la lotta nei territori. Così come a Roma dove l’opposizione al Pacchetto sicurezza e alla Bossi-Fini si è caratterizzata concretamente nella costruzione di uno spazio di azione politica e di tutela concreta dei percorsi di resistenza dei migranti, come l’esperienza della comunità afgana che assieme alle associazioni antirazziste chiede con forza il diritto d’asilo in virtù di una guerra subita dall’Occidente o come la rete no cie che ha prodotto negli ultimi mesi diverse mobilitazioni per la chiusura di Ponte Galeria. Decine di associazioni, centri sociali hanno determinato così percorsi di inclusione sociale e resistenza alla discriminazione con l'apertura di scuole d'italiano, sportelli di assistenza legale e spazi di aggregazione sociale e di autorganizzazione.

In questa complessa realtà di solidarietà e resistenza nasce la vertenza seguita alla ribellione degli africani a Rosarno che sono arrivati a Roma. Dopo le immediate mobilitazioni nella Capitale – con le comunità migranti e le associazioni antirazziste in piazza con lo slogan “Troppa (in)tolleranza nessun diritto”- sono stati i lavoratori migranti provenienti dalla Calabria, e ospitati da centri sociali e occupazioni romane, a costruire un’importante esperienza di autorganizzazione e di lotta. “I mandarini e le olive non cadono dal cielo” ci hanno detto con il documento scritto dall’Assemblea dei lavoratori africani di Rosarno a Roma. Una vertenza che prosegue per il riconoscimento del permesso di soggiorno per tutti i migranti deportati dalla Calabria, oltre che per l’accoglienza. Perché va ribadito con forza che gli africani di Rosarno sono vittime e non criminali. Perché occorre contestare quel “modello Rosarno” disegnato dal ministro Maroni all’indomani dello sgombero degli africani. Perché la specificità rosarnese sta nella presenza e nel dominio di una ‘ndrangheta criminale e razzista, contro la quale, occorre dirlo, bisogna costruire percorsi di riappropriazione degli spazi oggi sottratti alla democrazia e all’agire politico. Perché bisogna tenere alta la tensione sul caso Rosarno.

In questo clima, la giornata del Primo marzo si va caratterizzando come un'importante mobilitazione nazionale per i diritti di cittadinanza. A Roma le comunità migranti e le associazioni antirazziste attraversaranno insieme questa giornata, mettendo in campo tutta una varietà di mobilitazioni e di azioni, che culmineranno nel corteo pomeridiano da Porta Maggiore.


Questi tutti gli appuntamenti della giornata:

h. 10:00 >> Protesta di fronte all'INPS (Via dell'Amba Aradam 5) per i contributi versati e non recuperati.

h. 10:30 >> Lezioni di clandestinità a Piazza Montecitorio, con gli studenti medi e universitari contro il razzismo.

???Nel corso della mattinata >> azioni dislocate sul territorio metropolitano, contro lo sfruttamento del lavoro migrante.???

????h. ??? >> contro il Piano Casa , piazza del Campidoglio >>>>??

???Dalle h. 14 Piazza Esquilino, comitato immigrati.?? ?

H. 17:00 CORTEO CITTADINO DA PORTA MAGGIORE A PIAZZA DELL'ESQUILINO


Rete romana contro il razzismo

Appello Ass.ne Genitori Scuola Pisacane di RM -Applicazione letterale tetto Gelmini anche per studenti nati qui!

Al Presidente del VI Municipio di Roma
Al Dirigente scolastico del IV Circolo didattico di Roma
Alla scuola POLO

Siamo tutti responsabili del futuro dei nostri figli/e

Ogni volta che ci troviamo di fronte ad una evidente ingiustizia e in silenzio abbassiamo gli occhi e ci voltiamo dall’altra parte, siamo tutti responsabili delle conseguenze sul nostro presente e sul nostro futuro.
Ogni volta che esercitiamo il nostro dovere e il nostro diritto di cittadini e di genitori in modo superficiale, dobbiamo sapere che siamo tutti responsabili di ciò che scegliamo per noi, per i nostri figli e per i nostri nipoti.
Ogni volta che i diritti dell’infanzia non vengono messi al primo posto e la verità e la bontà non sono alla luce del sole, siamo tutti responsabili di un presente povero e di un futuro senza speranza.

E’ per questo che chiediamo a tutti i cittadini e le cittadine, a tutti gli uomini e le donne di ogni credo religioso, a tutte le associazioni umanitarie, se è giusto e onesto che a settembre la scuola “Carlo Pisacane”, scuola del quartiere Tor Pignattara a Roma, non possa accogliere i nostri figli come alunni in I^ elementare; 38 bambini e bambine, che sono vissuti a Roma e a Roma hanno frequentato la scuola dell'infanzia, che parlano italiano, ma che saranno trattati in modo diverso rispetto ai loro coetanei, poichè i loro genitori sono immigrati in questo paese prima che loro nascessero e di conseguenza non sono ritenuti cittadini italiani.

Tutto questo "grazie" alla circolare ministeriale e alla successiva circolare dell’ufficio scolastico regionale, le quali ritengono che per una "buona" integrazione degli alunni stranieri, la loro presenza non possa oltrepassare il limite del 30% in ogni classe, per cui superata questa soglia, gli alunni debbano essere ridistribuiti su tutto il territorio.

In questo modo viene leso il diritto delle famiglie alla libera scelta dell'offerta formativa per i propri figli e soprattutto viene leso il diritto di noi genitori ad iscrivere i nostri bambini alla scuola del quartiere dove viviamo e lavoriamo, creando disagio alle famiglie che dovranno portare i bambini/e in scuole più lontane, creando disorientamento nei piccoli che si vedranno inseriti in un contesto a loro sconosciuto, senza continuità con la loro scuola materna, interrompendo le loro relazioni affettive e amicali nella scuola primaria frequentata già da fratelli/sorelle e amici, senza un riconoscimento della loro storia personale e familiare, e non avendo la possibilità di coltivare amicizie al di là dell'orario scolastico.

La scuola"Carlo Pisacane" è un punto di riferimento per questi bambini/e e per i loro genitori, come lo sono le parrocchia di S.Barnaba e S. Marcellino e le varie associazioni umanitarie, le quali tutte insieme nel tempo, hanno realizzato una rete di soggetti che con affetto e rispetto hanno provato ad affrontare insieme quelli che sono i problemi, le difficoltà e le gioie di uomini e donne che, siano in patria o vivano lontano dal loro paese d’origine, hanno a cuore il futuro dei loro bambini.

In questa scuola si studiano i programmi ministeriali come in qualsiasi altra scuola italiana, con uno standard degli obiettivi elevato che gli stessi alunni dimostrano di aver raggiunto nel corso degli studi successivi.

In questa scuola gli alunni leggono le storie di Pinocchio, tifano per la Roma e la Lazio, studiano la storia dell’antica Roma e dei gladiatori, guardano la tv italiana, cantano le canzoni di Laura Pausini, partecipano alle ore di religione cattolica.


In questa scuola, menzionata “per l’impegno profuso nel campo dell’educazione multietnica”, gli alunni hanno ricevuto un premio dall’Associazione Mazziniana Italiana per il lavoro di approfondimento sulle tematiche della cittadinanza compiuto quest’anno attraverso una “ricerca … sulla vita e sul pensiero del patriota caduto a Sapri per l’Italia unita nel segno della libertà e della giustizia”.

In questa scuola, alla consegna del premio, gli alunni, insieme italiani e “stranieri” hanno cantato, l’inno di Mameli, con la mano sul cuore, mentre nell’altra sventolano il tricolore.

D’altronde, i cosiddetti “stranieri” il più delle volte non hanno mai visto il paese di origine dei loro genitori e considerano il loro quartiere tutto il loro mondo, giocando a calcetto nella parrocchia vicina, frequentando le associazioni territoriali, studiando danza nelle palestre limitrofe, passeggiando con i loro compagni lungo le strade del quartiere con un accento marcatamente romano, mentre le loro mamme frequentano i corsi di italiano.

Tutti sono orgogliosi della loro integrazione e riuscita scolastica, genitori e insegnanti, e quando un padre o una madre riceve le congratulazioni per le conquiste del proprio figlio/a, i loro occhi si bagnano di lacrime per la commozione, poichè i loro sacrifici non sono stati vani.

Si chiedono, ora, increduli rispetto a quanto sta succedendo intorno a loro, come mai i loro diritti non vengano rispettati, perché altri abbiano potuto scegliere liberamente la scuola dei loro figli mentre a loro venga negato questo diritto.
Daim dice ”pago le tasse e dò lavoro agli italiani, ho due bambini ed uno è già in questa scuola, perché non posso scegliere come gli italiani dove iscrivere mio figlio?”
Come Daim sono in tanti ad avere gli stessi problemi logistici, due figli di cui uno già frequentante la Carlo Pisacane: Olga, Shafia, Mylene, Jan, Ayoub, Masudur, Khoiza, Habiba, Muazzom, Ruhul, Zhulifang, Amina, Shorif, Binash. Maria invece ha cercato di iscrivere il proprio figlio alla scuola dell’Infanzia che nella zona è più frequentata dagli italiani. L’iscrizione è stata rifiutata ed ha iscritto il bambino alla Pisacane. Ora che il piccolo si è integrato le viene detto che non può più lasciarlo in questa scuola e si chiede, basita, cosa mai abbia di diverso suo figlio rispetto agli altri.
Anche Khaleda ha dovuto subire lo stesso travaglio. Aspetta il secondo bambino e racconta che, quando ha cercato di iscrivere il suo figlio maggiore alla scuola che aveva scelto, anche la sua iscrizione è stata rifiutata. E casualmente la scuola è la stessa di Maria…Khaleda aggiunge anche che è un vero paradosso che quando si è incinta no ci si possa spostare dalla residenza che viene dichiarata, che non si venga neanche rimpatriati e che poi, quando il bambino nasce, cresce nel territorio, frequenta la scuola dell’infanzia, venga mandato altrove, come se non avesse radici.
Nastrim ha accompagnato la sua bambina nella scuola Pisacane tutte le mattine, con costanza e affetto, e vuole per sua figlia una doverosa continuità.
Wassily, Gemma, Alam Monsur, Amina, cittadini che contribuiscono con le loro tasse al bene comune, rivendicano i loro diritti.

Federico ed Andrea, infine, sono italiani, e hanno scelto di iscrivere i loro figli alla Pisacane perché gli piace il piano formativo e vogliono valersi del diritto di iscrivere i loro figli dove vogliono, perché devono essere trattati diversamente da Khaleda, Wassily e gli altri.

A questo punto ci chiediamo e vi chiediamo: su quale base e parametri dobbiamo considerare un essere umano un cittadino italiano con diritti e doveri da rispettare ed agire?

A questo punto ci chiediamo e vi chiediamo: è giusto e responsabile agire nei confronti dei nostri bambini/e senza tener conto della loro sfera affettiva ed emotiva?

A questo punto ci chiediamo e vi chiediamo:quale futuro stiamo costruendo per i nostri bambini e le nostre bambine?

Associazione “Genitori Scuola Carlo Pisacane" di Roma