domenica 5 dicembre 2010

lettera per ricominciare

Cari e care compagni/e, questo blog, come ricorderete, era nato per farvi trovare le tracce del percorso che la nostra proposta di organizzazione nazionale stava realizzando. Un cammino, iniziato con l'appello dell'incontro di Firenze e conseguente report... che doveva concludersi con il congresso svoltosi a Roma di aprile 2010. Ma non è andata così
Dopo il nostro congresso le cose sono cambiate e cambiano continuamente, le notizie con le quali chiudiamo quest'anno riguardo l'organizzazione che doveva nascere con il contributo di tutti non sono buone.
Purtroppo non potrò più pubblicare i report girati dopo il congresso perché ci troviamo dinanzi a una situazione imbarazzante nella quale alcuni ritengono l’organizzazione bella e compiuta mentre altri sostengono che non lo sia, e perché alcuni report non girano più… quelli che a me sono arrivati sono per uso interno della nostra mailing list.
Io non mi colloco nel mezzo e neanche al di sopra delle parti, mi limito a riprendere questo blog come contributo affinché cessino stillicidi e contrasti interpersonali nocivi all’organizzazione.
Vi invito a indirizzare il vostro attraverso la mail: turupial@gmail.com.
Ora più che mai il nostro C.I.I. è necessario e utile alle battaglie che dobbiamo condurre e conduciamo nei territori dove é presente almeno uno dei suoi integranti.
Rifacciamo ancora una volta gruppo e ripartiamo dal coordinamento che doveva nascere dopo il congresso.
Il nemico abita in noi solo se glielo permettiamo!


A seguire l’inizio e la fine…
del nostro percorso…

REPORT INCONTRO NAZIONALE DEGLI IMMIGRATI E IMMIGRATE A FIRENZE
Il giorno 15 febbraio si sono incontrati, a Firenze, cittadini immigrati e immigrate appartenenti e non ad alcune delle organizzazioni presenti in alcune città d'Italia. All'ordine del giorno c'era la discussione sulla necessità di opporre all'onda razzista, xenofoba e discriminatoria accresciuta a seguito dei nuovi provvedimenti concepiti dall'attuale governo (decreto sicurezza e non solo) che si sommano alle conseguenze devastanti prodotte dalle norme contenute nella legge Bossi-Fini- una risposta responsabile e tempestiva dagli stessi immigrati/e.

Gli intervenuti, presso atto della grave crisi economica e sociale che colpisce l'intera collettività, a cominciare dai lavoratori, concordano nel affermare che questa crisi, di fatto, i lavoratori e le lavoratrici la stanno già pagando con i licenziamenti e la cassa integrazioni subiti in nome dell'abbassamento della produttività e/o della pseudo carenza di commesse delle aziende. I lavoratori immigrati e immigrate questa crisi la pagano in modo particolare, oltre a licenziamenti e cassa integrazione la loro scelta di costruire un presente e un futuro in questo paese è a rischio: rischiano di perdere il permesso di soggiorno perché, come non tutti sanno, è stato legato indissolubilmente al contratto di lavoro; rischiano come i lavoratori italiani di andare ad ingrossare l'emergenza abitativa per la perdita dell'alloggio, non potendo più pagare affitti e mutui: e possono finire nei centri di detenzione e identificazione, una volta costretti alla clandestinità, con susseguente pericolo di subire le espulsioni.

È stata ribadita la necessità di continuare, e rilanciare il processo di protagonismo, auto-organizzazione e auto-rappresentanza dei cittadini immigrati attraverso azioni, iniziative e battaglie da concordare e da mettere in atto in tempi brevi.
Alcune di queste sono: la ripresa della battaglia per la cittadinanza, da quella per il diritto dei bambini, figli di immigrati/e, nati in Italia ad essere riconosciuti italiani dalla nascita, a quella di residenza denunciando i tempi lunghi e l'uso improprio della discrezionalità della concessione a cui vanno incontro le domande di cittadinanza presentate dai cittadini immigrati/e. L'individuazione di modalità per porre all'attenzione della società i problemi derivanti dalla clandestinizzazione e dalla regolarizzazione negata che attentano direttamente ai diritti fondamentali di ogni cittadino, garantiti dalla Costituzione italiana all'art 2, come sta accadendo con l'introduzione tramite decreto della negazione del diritto alla salute ai cittadini immigrati privi di permesso di soggiorno.
Riguardo al decreto sicurezza e alle altre norme sparse nei vari decreti, senza dimenticare le ordinanze comunali, si preannuncia una campagna che non si esaurirà nelle iniziative di appoggio e collaborazione con gli operatori sanitari, già in atto in alcune territori, che si rifiutano di assecondare tale imbarbarimento, ma continuerà con una raccolta firme a livello nazionale per chiedere l'abolizione di tali norme, presenti nei vari decreti del governo e nelle ordinanze locali, che si configurano come attacco specifico ai cittadini immigrati, scelti strumentalmente come capri espiatori.
L'assemblea s'impegna a denunciare, in tutte le sedi opportune, la promozione dell'odio razziale, della xenofobia e del razzismo palesate in queste norme; si propone di fare discussioni pubbliche sulle quelle emanate in nome della sicurezza, per confutare l'idea diffusa che gli immigrati, tutte e tutti indiscriminatamente, ne costituiscono un pericolo; sull'analisi degli effetti della crisi economica sulla vita degli immigrati; infine ribadisce l'affinità naturale con chi, i cittadini italiani di buon senso, si oppone all'uso indiscriminato della decretazione, da parte del governo centrale e locale. Gli immigrati e immigrate non sono affatto dei fuori legge, ma cittadini che conoscono, difendono i propri diritti e rispettano i valori contenuti nella Costituzione italiana.
L'assemblea si è chiusa dopo 5 ore di discussione con il proposito di iniziare un percorso che, a partire da incontri territoriali con le varie realtà operanti in ambito immigrazione, confluisca in una grande appuntamento nazionale pubblico da realizzare a Roma il 5 aprile 2009 che diventi il luogo dove decidere, in forma assembleare e partecipata, quale organizzazione o soggetto, quali strumenti e quali metodologie usare per attuare le iniziative volte ad ottenere il rispetto dei cittadini immigrati, dei loro diritti e la garanzia di sicurezza per loro e per l'intera società di cui sono una parte importante.

ASSEMBLEA NAZIONALE DEGLI IMMIGRATI A FIRENZE
Unione Cittadini Immigrati Roma, Movimento Migrantes Y Familiares MFAM – Ass. Todo cambia Milano – Comitato Immigrati Napoli – Ass. Dhuumcatu - Lega Albanesi Illiria – Ass. Filippini Roma – Comitato Immigrati Roma – Ass. Sunugal Milano - Ass Insieme per la Pace - Ass Mosaico Interculturale – Federazione Senegalesi della Toscana – SdL intercategoriale - Ass. FOCSI (Roma); Ass. Bangladesh (Roma); Uai (Como); Sdl intercategoriale; Centro delle culture (Milano); Ass. Punto di partenza; Movimento lotta per la casa (Firenze); Ass. El Mastaba (Firenze); Ass. Arcobaleno (Riccione); Sunugal (Milano); FAT; Studio 3R di mediazione; Centro delle culture (Firenze); Andres Barreto; Vojslao Stojanovrc (resp. Immigrazione PRC-Torino); Mohamed Badaoui

Firenze, 15 febbraio 2009







Resoconto

Oggi 20 marzo 2010 dalle ore 10.30 a Firenze, si è tenuta la riunione nazionale del Comitato Immigrati in Italia

Ordini del giorno:
Preparazione del Congresso Nazionale
1. Documento preparativo per congresso nazionale,
2. Preparativi, finanziamento, organizzazione
3. Iniziative da mettere in campo prima del Congresso.

1. Lettura di una bozza di documento programmatico.
Dopo un ampia discussione e scambi di idee e punti di vista, i delegati presenti hanno deciso che bisogna rielaborare il documento secondo le proposte fatte durante la riunione. Il compito di rielaborazione è stato affidato a Karim, Roberto, Mario, Daqui e Abou entro giovedì 25 aprile. Questo testo servirà come base di discussione a livello locale.
VEDI IL TESTO RIELABORATO IN ALLEGATO.

2. Lettura della bozza di regolamento del Congresso Proposto da Edgard (roma)

Anche su questo punto, si è aperta la discussione, scambi di idee e approfondimento: due linee distinte si sono confrontate nella discussione. Una linea che propone un modello organizzativo "forte" di stampo centralizzato ritenendolo più efficiente; una altra che da più importanza un modello innovativo, proponendo una organizzazione "forte" a carattere orizzontale e plurale.

Tutte due le posizioni hanno lo scopo di garantire una maggior condivisone e partecipazione.

Edgard, Tahar e Mass sono incaricate di rivedere la bozza di statuto per cercare di venire incontro alle due esigenze. Il testo provvisorio viene messo in rete entro sabato 3 aprile 2010.
Finanziamento: Il Congresso sarà autofinanziato in larga parte. Le città coinvolte devono contribuire ognuna secondo le proprie capacità e secondo il numero di delegati inviati a Roma.

Ogni comitato locale deve cercare vie di autofinanziamento. Un testo comune per chiamare le persone a contribuire al sostegno da mettere sui siti internet dei vari comitati sarà proposto da Roberto (Roma).
Il numero di delegati per regione sarà di 10 (massimo)
Le città coinvolte per ora nel percorso sono: Roma, Napoli, Firenze, Torino, Verona, Lucca, Rovigo, Perugia.
Il comitato immigrati rivolge un appello a tutte le realtà e associazioni a condividere questo processo.

Firenze, 20 marzo ’10

Per partecipare ed essere protagonista del PRIMO CONGRESSO:
E-mail: comitatoimmigrati@ libero.it
Comitato Immigrati in Italia


BOZZA DOCUMENTO
PRIMO CONGRESSO DEI CITTADINI E LAVORATORI IMMIGRATI

ROMA, 24 e 25 APRILE 2010

PRESENTAZIONE
Il testo che segue è una bozza scritta dai dodici rappresentanti (SUCCESSIVAMENTE rielaborazione all’ultima riunione svoltasi il 20 marzo 2010) di sei regioni italiane scelti nell’assemblea nazionale degli immigrati e delle immigrate del 5 aprile a Roma che costituiscono il Comitato Organizzativo verso il Primo Congresso degli Immigrati e Immigrate in Italia. Nel corso del 2009 si sono svolte due assemblee nazionali degli immigrati e delle immigrate (il 15 febbraio a Firenze e il 5 aprile a Roma). Lo scopo delle assemblee era quello di trovare, attraverso la discussione e il confronto, un metodo per reagire all’ondata di razzismo e xenofobia che sta colpendo la popolazione immigrata.

Nella discussione svoltasi nelle due assemblee, con l’intervento di alcune decine di delegati di associazioni, comitati, organizzazioni sindacali, sociali e culturali provenienti da numerose regioni italiane, è emersa la necessità e la volontà di provare a dare una risposta che prevedesse, oltre a iniziative immediate, l’avvio di un percorso di più lunga durata: abbiamo ritenuto necessario cominciare a costruire uno strumento che permetta far sentire la nostra voce, un organismo che possa costituire una vera rappresentanza di noi immigrati e immigrate.

Abbiamo immaginato che il modo migliore per farlo sia quello di preparare e realizzare un congresso nazionale degli immigrati e delle immigrate in Italia che condividono questa esigenza e che sono d’accordo con le idee e proposte emerse nelle due assemblee nazionali del 15 febbraio e del 5 aprile e che rappresentano già una base comune tra coloro che hanno cominciato questo cammino.

Nel testo che segue proviamo a sintetizzare e argomentare queste idee e proposte affinché, tramite la discussione nelle varie città, possiamo insieme verificare chi le condivide e desidera partecipare alla realizzazione del Primo Congresso degli Immigrati e Immigrate in Italia e raccogliere ulteriori opinioni e proposte.

La bozza è una proposta che sarà presentata in tutte le città e che può essere ratificata, corretta, riscritta, per arrivare a un documento i cui contenuti siano condivisi e possano costituire la base di partenza comune per la realizzazione del congresso.
Il Comitato Organizzativo ha il compito di raccogliere tutti i suggerimenti e i contributi, elaborare dei verbali delle assemblee che si realizzeranno e farli conoscere in tutte le altre città.

PREMESSA

Chi siamo: Siamo immigrati/e, richiedenti asilo e rifugiati appartenenti a diverse realtà organizzate, ma anche singoli/e che hanno deciso di associarsi perché riteniamo che in questo paese manchi una nostra rappresentanza adeguata. Crediamo che dobbiamo essere portavoce e protagonisti all'interno delle discussioni che ci riguardano, e per confrontarci apertamente con le istituzioni, le varie organizzazioni e le forze politiche per essere in grado di rivendicare i nostri diritti.
Siamo convinti della necessità di essere protagonisti del nostro destino perché sappiamo che finché continuerà la negazione dei diritti di tutti/e chiunque potrà segnalarci come capri espiatori dei mali che affliggono la società.
Non pretendiamo rappresentare tutti gli immigrati che vivono in Italia, vogliamo semplicemente lanciare una idea associativa capace di opporsi all’onda razzista che minaccia di inghiottirci e perciò chiediamo a quelli che condividono questa necessità di raggrupparci intorno ai contenuti di questo documento.
Siamo consapevoli che per ottenere rispetto dobbiamo impegnarci nella costruzione di una società migliore insieme agli italiani e abbracciare la lotta per i diritti di tutti/e.
Siamo convinti che la nostra diversità può divenire ricchezza, in modo particolare oggi, in questo mondo globalizzato dove i processi sono più veloci e più intensi. Questa diversità, quando trova spazio, si può esprimere in campo sociale e politico attraverso punti di vista nuovi, modi innovativi di affrontare i problemi, uso di nuovi linguaggi e di nuove forme di organizzazione.

Da dove veniamo:

Veniamo dall’esperienza organizzativa del Comitato Immigrati in Italia, movimento nato nel 2002, luogo di incontro e collegamento stabile tra comitati, associazioni, gruppi, collettivi, singoli/e, attivisti/e che esprimono in vario modo lo sforzo multiforme di autorganizzazione per l’affermazione dei diritti, della libertà e della dignità dei cittadini/e immigrati/e in Italia.
Il comitato immigrati, in questi anni, è stato tra i promotori di incontri, dibattiti, seminari e manifestazioni sia sul piano territoriale che nazionale ed europeo insieme alle organizzazioni dei Sans Papier di Francia, Svizzera, Spagna, ed è stato uno dei promotori della straordinaria manifestazione nazionale del 17 ottobre 2009 a Roma.

Cosa vogliamo:
Vogliamo favorire il protagonismo degli immigrati e delle immigrate, proponiamo la costruzione di una organizzazione nazionale unitaria degli immigrati/e che non si accontenti di essere una voce autorevole degli immigrati e immigrate, ma che sia capace di agire con senso di responsabilità e sappia collocarsi con tempestività nel tempo perché la direzione che ha preso questo paese è dipesa, anche, dal nostro comportamento, invitiamo pertanto a ricreare insieme la consapevolezza dei nostri mezzi e le ragioni della nostra unità.

Dei Diritti e delle responsabilità.
La nostra esistenza in Italia è ormai una presenza significativa: siamo circa il 6,5% della popolazione residente, dal punto di vista economico il nostro è un forte contributo: forniamo il 10 % del prodotto interno lordo, cioè creiamo col nostro lavoro un decimo di tutta la ricchezza prodotta in Italia. Questo dato è una realtà consolidata e irreversibile. Una parte consistente della popolazione italiana stenta ad accettare questa realtà perché la ignora.
Ma anche tra noi immigrati non c’è sufficiente consapevolezza di questa situazione, ciò è dovuto in primo luogo al fatto che, a fronte di questo 10% di ricchezza apportata all’Italia tramite il nostro lavoro, la nostra dignità e i nostri diritti spesso non sono riconosciuti e la nostra partecipazione alle scelte strutturali è ridotta dal potere decisionale dei governi a zero.
Senza una piena uguaglianza in termini di diritti e opportunità tra tutti i cittadini residenti in Italia è impossibile perseguire e realizzare una convivenza civile e democratica che garantica sani percorsi di integrazione. La responsabilità di cambiare questa iniqua situazione è in primo luogo nelle mani della società italiana, delle sue istituzioni e delle sue organizzazioni politiche e culturali.
D’altra parte, noi immigrati e immigrate, per quanto sia difficile e a volte frustrante vivere e lavorare in un paese dove molti colgono l’occasione per farci sapere che siamo considerati ospiti sgraditi, dobbiamo assumerci la nostra parte di responsabilità organizzandoci e dotandoci di strumenti efficaci per contribuire in modo attivo alle lotte e al dibattito politico in questo paese.

Il nostro tentativo organizzativo non è circoscritto a livello italiano, intendiamo raccogliere le esperienze di autorganizzazione e di lotte che gli immigrati hanno condotto in altri paesi, come per esempio le battaglie dei latinoamericani negli USA, e continuare a tessere le rete internazionali di collegamento, nella quale siamo già presenti, che in questi anni si sono realizzate attraverso le varie iniziative che hanno messo in comunicazione immigrati residenti in diversi paesi e continenti che si battono per i diritti degli immigrati.
Il nostro percorso, iniziato anni fa, e la nostra esperienza sono a disposizione di chi è disposto a condividere la nostra proposta di congresso e il nostro sforzo per fare un passo in avanti che ci permetta di essere all’altezza della nuova e difficile situazione che siamo chiamati ad affrontare in Italia, in Europa e nel mondo.

PRINCIPI

I promotori del primo congresso degli Immigrati e delle Immigrate in Italia, propongono alcuni principi finalizzati a consolidare l’unione e ad essere i supporti della nostra organizzazione.

l’unità:
la nostra rete promuove l’unità con tutti coloro - siano essi cittadini immigrati o autoctoni - che perseguono, in tutto o in parte, finalità simili alle nostre.
Con l'unità, soprattutto all'interno del mondo migratorio ma non solo, intendiamo lavorare per costruire una organizzazione forte e radicato, attento ai problemi delle persone e aperto a tutti. Intendiamo diffondere informazione, formazione e coscienza per mobilitare sempre più oppressi e portare avanti il protagonismo e le rivendicazioni dei più svantaggiati e a coloro ai quali viene vengono negati i propri diritti.

la solidarietà:
cioè la condivisione dei problemi e il sostegno reciproco, che non hanno nulla a che fare con il paternalismo o con l’assistenzialismo, né con la carità. Solidarietà di lotta anche con tutti quelli che in Italia e nel mondo si battono per salvaguardare i propri diritti e la propria dignità. Con solidarietà intendiamo stare accanto a chi è in difficoltà, aiutarci gli uni gli altri, sostenere le ragioni di chi lotta per la giustizia. Con solidarietà inoltre, intendiamo testimonianza e partecipazione sulle lotte dei popoli per i propri diritti, la propria libertà. Intendiamo renderci partecipi di tutte le questioni che riguardano la difesa delle libertà, dei diritti fondamentali di tutti, dei beni comuni, dell'ambiente, della pace e del futuro delle prossime generazioni. Con solidarietà intendiamo essere cittadini di questo mondo e considerare ciò che riguarda la città, la regione, il paese, il continente e il mondo in cui viviamo un affare nostro.

il protagonismo migrante e l’autorappresentanza:
vogliamo lavorare all’affermazione di una voce indipendente delle immigrate e degli immigrati. E questo protagonismo lo intendiamo anche come rappresentanza diretta: vogliamo essere i rappresentanti di noi stessi e non accettiamo che altri parlino in nostro nome pretendendo di conoscere meglio di noi i problemi che viviamo, i motivi del nostro percorso migratorio e le nostre aspirazioni.
Così come non vogliamo che altri parlino a nome dell'immigrato non vogliamo creare una specie di “leadership” permanente delle popolazione immigrata. La voglia di autorappresentanza e di protagonismo ci deve portare anche a pensare le nostre forme organizzative in modo da mantenere alta la partecipazione diretta della base e a ridurre le forme di personificazione del movimento in una “élite”.

l’antirazzismo:
ci opponiamo a ogni forma di discriminazione, inferiorizzazione, stigmatizzazione o segregazione di qualsiasi persona o gruppo umano sulla base del colore della pelle, del genere, dell’orientamento sessuale, della condizione sociale, delle status giuridico o della provenienza geografica, dell’appartenenza culturale o religiosa. Consapevoli di quanto il razzismo - in tutte le sue forme - sia uno strumento per perpetuare rapporti oppressivi e di sfruttamento, ci impegniamo a combatterlo, sia nella società italiana ma anche all’interno della popolazione immigrata e nelle nostre comunità d’origine.
Perché non siano domani i nostri figli a dover lottare per l'uguaglianza, perciò vogliamo lasciare alle future generazioni una società dove la diversità è considerata un valore e la partecipazione alla vita sociale è aperta a tutti.

l’ autonomia:
siamo indipendenti da qualsiasi partito, sindacato, associazione, anche da quelli con cui collaboriamo o con cui possiamo realizzare momenti d’unità o iniziative comuni, da quelli italiani e da quelli dei nostri paesi d’origine; ciascuno è libero di aderire individualmente a qualsiasi organizzazione e di sostenerla, ma come realtà collettiva intendiamo mantenere una piena autonomia pratica, ideale e politica.

l'Autofinanziamento:
Per rimanere autonomo, il nostro movimento ha bisogno di esserlo anche dal punto di vista economico. Il nostro gruppo finanzia le sue attività principalmente attraverso l'autotassazione. Gli attivisti di ogni regione devono partecipare regolarmente (secondo criteri da stabilire) al finanziamento.
Inoltre i gruppi locali possono raccogliere il denaro necessario a portare avanti le proprie attività e a contribuire alla cassa comune a livello nazionale organizzando collette, sottoscrizioni, vendite di materiali informativi o promozionali, organizzazione di feste, cene e ogni altro tipo di attività di autofinanziamento che non sia in contraddizione con i principi del movimento.

il pluralismo e la democrazia:
possono far parte della nostra rete tutti gli immigrati e immigrate che condividono questi principi; ognuno ha la libertà di appartenere a un partito, sindacato o associazione e, ovviamente, di manifestare le proprie convinzioni ma non deve tentare di imporle agli altri; Aiutati da strumenti di partecipazione diretta, dobbiamo cercare di avere un metodo che sia rispettoso delle diverse opinioni, idee e convinzioni ma che ne sappia fare una sintesi nel quadro dei principi che ci ispirano.

la cittadinanza globale e l’ impegno internazionale:
prima di essere immigrati in Italia siamo emigrati dai paesi in cui siamo nati. Non è un gioco di parole: significa che siamo consapevoli del fatto che siamo dovuti emigrare in primo luogo per responsabilità di un sistema di oppressione e di accumulo delle ricchezze nel Nord ricco del mondo; ma non dimentichiamo neppure le responsabilità dei governi corrotti o incapaci dei nostri paesi d’origine.

Così come vogliamo impegnarci per cambiare le cose in Italia, paese d’arrivo del nostro percorso migratorio, intendiamo mantenere viva la nostra attenzione per ciò che accade nei nostri paesi d’origine, cercando di dare il nostro contributo alla soluzione dei problemi esistenti in essi e all’affermazione della dignità e della giustizia per tutti i nostri popoli. Ci opponiamo ai cosiddetti “accordi bilaterali” sottoscritti dai governi del Sud e dell’Est del mondo con quelli dell’Occidente e del Nord per il rimpatrio dei migranti: sono il più recente esempio di ricatto coloniale dei ricchi verso i poveri, che cercano di innalzare sempre più muri invece di affrontare la questione di una equa redistribuzione delle ricchezze.

La crisi multi livello che subisce la popolazione mondiale in questi anni è una nuova prova dell'assurdità del sistema imposto al pianeta dalla prepotenza del capitale. Mentre si cerca di abbattere ogni tipo di barriera e di protezione per far viaggiare sempre di più e sempre più velocemente i capitali e le merci, la maggioranza della popolazione mondiale si vede sempre più limitata nel suo diritto allo spostamento. Miliardi sono costretti a rimanere prigionieri di territori saccheggiati dalle politiche economiche globali e dall'atteggiamento prepotente delle multinazionali e de loro complici locali. Oggi parlare del diritto del migrante a cercare una vita migliore, a non essere respinto in mare, ha senso soltanto se messo in un quadro più ampio che va alla radice dei problemi, se affronta le questioni nelle loro dimensioni globali e in nome del diritto umano ad un tenore di vita degno, alla pace, alla libertà di espressione e di pensiero, all'istruzione, alla sanità e alla partecipazione alla vita sociale e politica.

Etica nei rapporti sociali ed economici:
siamo convinti che, in ultima analisi, molti dei problemi che vivono gli immigrati, ma anche quelli che affliggono l’insieme dell’umanità derivino dall’imperversare dell’egoismo e dallo strapotere del denaro. Su queste basi, oltre che su un insopportabile autoritarismo, si sono fondati i sistemi economici che hanno finora dominato il mondo. Chi è stato costretto a emigrare ha sofferto sulla propria pelle i risultati di questi rapporti economici ingiusti, irrazionali e immorali.

Ma, purtroppo, questo modo di vivere, basato sul tornaconto di minoranze di privilegiati a spese dell’enorme maggioranza della popolazione povera, si è imposto come “l’unico possibile” e ha rovinato anche le relazioni tra la povera gente… nel nostro caso, tra gli stessi immigrati. Si è esteso dalla macroeconomia ai rapporti interpersonali quotidiani.
C’è un denominatore comune tra ciò che fanno le multinazionali, disposte a tutto pur di assicurarsi il controllo esclusivo di beni comuni, come l’acqua, e delle risorse naturali, e… il comportamento di chi accetta di fare il “caporale” o di chi, profittando della propria condizione economica e della disperazione altrui, affitta un “posto letto” a prezzi da rapina.

Tra i primi e i secondi esempi c’è solo una differenza di dimensioni: sono entrambe maniere di approfittare delle sofferenze e del lavoro degli altri. Le rifiutiamo e le combattiamo entrambe con la stessa energia.


PER COSA LOTTIAMO – la piattaforma politica
• Contro il Pacchetto sicurezza, perché viola il principio di eguaglianza sancito dall´art. 3 della Costituzione italiana: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
• L’abrogazione della leggi Bossi – Fini e il “NO” ritorno alla Turco – Napolitano
• La regolarizzazione generalizzata di tutti i cittadini immigrati presenti in Italia.
• La cancellazione del protocollo tra Ministero dell’interno, Poste Italiane e Patronato sui rinnovi dei permessi di soggiorno.
• per la rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro.
• per una legge in materia di asilo politico e immigrazione che tuteli realmente i richiedenti asilo, i rifugiati e gli immigrati.
• per la cittadinanza di residenza per tutti il diritto di voto per tutti i cittadini immigrati
• per la chiusura definitiva dei Centri di Identificazione ed Espulsioni (CEI).
• Per il diritto del popolo rom
• Contro ogni forma di razzismo e discriminazione in Italia e altrove nel mondo
• Per il rispetto del diritto di tutti i bambini all'istruzione.


Strumenti
Noi vogliamo dotarci di tutti gli strumenti utili che ci offrono sia la tradizione di chi attraverso la storia dell'umanità ha lottato per i propri diritti, sia la modernità con il suo carico di tecniche, tecnologie per la comunicazione, l'informazione, la mobilitazione. Facciamo nostre tutte queste esperienze e tutti questi mezzi. Altri strumenti importanti sono: l'assemblea dove si decide democraticamente, l’autorganizzazione, le manifestazioni, le varie forme di proteste e momenti di visibilità: petizioni popolari, le vertenze legali contro la discriminazione; i scioperi, le campagne d'informazione e di sensibilizzazione, la formazione interna ed esterna, la costruzione di reti di lotta insieme ad altre realtà che sul territorio seguono obiettivi simili e lottano contro l'ingiustizia e le discriminazioni.

Funzionamento
Il soggetto principale sono le realtà cittadine. Questa realtà che stiamo fondando non può esistere se non esistono i gruppi nelle città grandi, medie o piccole. Sono le realtà locali che fondano il movimento, è la loro unione che lo porta al livello nazionale.
L'assemblea nazionale è l'organo decisionale a livello nazionale. Dovrà essere costituita da rappresentanti delle diverse città.
Il gruppo di coordinamento nazionale con incarichi tecnici (a scadenza da stabilire) e incarichi politici (a rotazione) è un gruppo più ristretto designato dall'assemblea nazionale che si incarica di portare avanti le decisioni prese nelle assemblee. Non ci può essere una rappresentanza nazionale senza un mandato di un comitato locale.
Al fine di organizzare meglio e dare più efficacia gli incarichi tecnici sono seguiti da commissioni di lavoro con compiti quali: promozione, formazione, comunicazione, e autofinanziamento.

Sulla base di questi principi, viene specificato nello statuto le modalità, distribuzioni delle responsabilità e durata dei mandati.


Comitato Immigrati in Italia

E-mail: comitatoimmigrati@libero.it