sabato 9 aprile 2011

Voglia di sciopero precario


Se siamo precari e precarie o migranti non è per colpa di un tragico destino, ma perché qualcuno in questi ultimi quindici anni ha fatto profitti immensi sulla nostra pelle. Si chiamano Ministero della pubblica istruzione, casa editrice X, cooperativa Y, fabbrica Z, chiunque ti costringa ad aprire una partita IVA per fare la segretaria, chi ti chiede sei mesi di stage gratuito. Se siamo precari e precarie o migranti non è per fatalità, ma perché chi avrebbe dovuto tutelarci, come i sindacati (tutti i sindacati), non si è accorto della nostra presenza, se non quando era troppo tardi o troppo comodo.
Si può fare qualcosa? Di certo non è il momento di raccontare quanto siamo sfigati, anzi è ora di dimostrare che siamo forti. Le manifestazioni simboliche non bastano più! Siamo arrivati alla prova del nove.
Se da domani il percorso di Il nostro tempo è adesso continuerà usando noi precari e migranti come testimonial potremo dire che è stata la solita messa in scena mediatica per nascondere ciò che non è stato fatto fino a oggi. Se da domani invece si comincerà a costruire uno sciopero generale contro la precarietà e contro lo sfruttamento del lavoro migrante, uno sciopero vero, non di quattro orette, non che parla d’altro, allora siamo finalmente di fronte a un cambiamento significativo.
E gli obiettivi devono essere chiari. Parlare genericamente di stabilizzazione è ridicolo, dato che i sindacati non riescono a tutelare nemmeno i propri lavoratori garantiti (vedi Mirafiori e Pomigliano).Tanto per iniziare: introduzione di un reddito non legato né alla cittadinanza né al lavoro, semplificazione delle tipologie contrattuali, rottura del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, ripristino dei diritti fondamentali per tutti (maternità, cittadinanza, pensione, formazione). E sui luoghi di lavoro bisogna decidere da che parte stare. Per trattare con un’azienda, spesso bisogna trattarla male. Dopo un ritardo di 15anni, e dopo le responsabilità dirette e indirette che hanno, i sindacati non possono più far finta che non sia così.
Noi non portiamo rancore, ma non siamo neanche fessi. Da sette anni la rete di San Precario e il movimento dei migranti cavalcano contro il tempo, difendendo tutti coloro che sono precari, operai e migranti come noi.
Puoi fidarti: non ci facciamo turlupinare facilmente. I diritti che ci servono dobbiamo conquistarli da noi.
Vieni a Roma agli Stati generali della precarietà, dove discuteremo di “sciopero precario”.
Vieni alla Mayday, il primo maggio atipico di Milano.
Oppure contattaci su www.coordinamentomigranti.splinder.com
E ricordati, se incrociassimo le braccia l’Italia si fermerebbe. Questa è la nostra arma e questo dobbiamo fare.

ROMA, 15-17 Aprile, Stati Generali della Precarietà 3.0: l’incontro aperto a tutti i lavoratori, precarie, sindacalisti, reti che vogliono contribuire a inventare lo sciopero precario.

MILANO, MayDay: da dieci anni il primo maggio dove la creatività e la rabbia dei precari e delle precarie sono protagoniste.

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