martedì 5 aprile 2011

Coltano, viaggio all'interno del "lager"

La redazione di Pisanotizie ha visitato gli interni dell'ex base radar di Coltano che il Governo avrebbe opzionato quale luogo per contenere i profughi provenienti da Lampedusa. Uno stato d'abbandono diffuso e rifiuti tossici fanno da cornice a quello che rischia di tornare a essere un "campo di contramento".
GUARDA IL VIDEO E LE FOTO DELL'INTERNO DELLA BASE su http://www.pisanotizie.it/news/news_20110401_reportage_interno_struttura_coltano.html

L'ex stazione radar americana di Coltano è completamente circondata da distese di campi coltivati, all'interno dell'area di competenza del Parco di San Rossore a poche centinaia di metri dalla Stazione Marconi.
Non vi è nemmeno un albero intorno, né tanto meno all'interno dello spazio delimitato dalla recinzione, rendendo la zona priva di ogni possibilità d'ombra. Una doppia rete e doppio filo spinato circondano un'area di circa 64.000 metri quadri.
L'immagine e anche la realtà di questa struttura è quella del campo di concentramento. Non si tratta ormai più di un'area militare, ma di un'area che è passata al demanio dove, tra il maggio e il settembre 1945, la 92a Divisione 'Buffalo' della V Armata Usa gestiva appunto un campo di concentramento in cui furono rinchiusi circa 35 mila ex militari della Repubblica Sociale Italiana.
Gli edifici, costituiti all'interno da ampi stanzoni vuoti, presentano ben poche finestre, al loro posto solo piccole prese d'aria. Il primo stabile accessibile dall'ingresso della base svela la prigione che fu in passato, data la presenza sui lati della stanza di due celle.
Numerosi sono i depositi dove, come segnalano diversi cartelli, sono stati conservati di rifiuti tossici, olii esausti, e sulla cui bonifica, essendo da tempo l'area abbandonata, non vi è a oggi alcuna certezza.
"Ho visitato la struttura un anno fa quando venne proposta come centro per la Protezione Civile pisana e regionale - ha detto il vicesindaco Paolo Ghezzi nel corso di una conferenza stampa negli scorsi giorni. Così com'è non può accogliere delle persone. Il complesso è formato da diversi corpi; uno di essi contiene dei trasformatori, e gli altri sono a piano unico senza finestre, con pavimenti flottanti e in qualche caso, anche poco stabili".
Siamo entrati all'interno di questa struttura e possiamo confermare che quanto il Governo vuole realizzare è di fatto un nuovo campo di concentramento, è sufficiente vedere le foto e le immagini video che alleghiamo a questo servizio.
Entriamo da un buco nella rete, che è sopravvissuto dalla protesta fatta, lo stesso giorno dell'annuncio di questa ipotesi, dagli attivisti del Progetto Rebeldìa. Troviamo una porta aperta di uno degli stabili, entriamo, visitiamo il posto.
Usciamo con un'ulteriore conferma dell'inferno che si intende realizzare, e mentre ritorniamo al presidio rimane nella nostra testa quel "BIP" che suon continuo e cadenzato, e la cui origine non ci siamo riusciti a spiegare, che rimbomba all'interno dell'edificio.

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