31 Marzo 2009
Un lunedì nero per l'immigrazione clandestina. Sono centinaia i dispersi in mare dopo che tre barconi affollati e sovraccarichi di persone sono affondati al largo delle coste libiche. Una quarta imbarcazione in difficoltà è stata rimorchiata e portata in salvo dalle autorità italiane.
Tripoli parla di 21 vittime accertate, mentre solo 23 persone sono state tratte in salvo da tre barconi naufragati lunedì a poca distanza dalla terraferma. Secondo i primi accertamenti la maggioranza dei clandestini sarebbe di nazionalità egiziana.
Le informazioni sul naufragio, a seconda della fonte, continuano a essere confuse e divergenti. In precedenza, un responsabile del ministero dell'interno libico aveva detto che tre barconi erano partiti ieri da Sidi Belai, alla periferia di Tripoli, e che in tutto avevano a bordo 257 persone. Di solo una delle tre imbarcazioni si aveva certezza dell'affondamento e vicino ai rottami di quel barcone erano stati trovati 21 corpi senza vita mentre 23 persone erano state tratte in salvo. Il ministero degli esteri egiziano (molti degli immigrati morti e dispersi sono egiziani) aveva invece parlato di un solo peschereccio con 257 persone a bordo.
Funzionari libici - riferendo quanto constatato dalla guardia costiera di Tripoli - hanno invece fatto sapere che due imbarcazioni di imprecisata grandezza dirette in Italia sono affondate. Alcuni hanno detto alla agenzia Reuters numeri precisi, ma non hanno chiarito le fonti o da quali informatori li traggano, affermando che sulla prima fragile barca erano ammassati 253 persone. Sulla seconda ci sarebbero 342 immigrati. Altri funzionari si sarebbero limitati a dire: "Abbiamo notizia di due imbarcazioni affondate davanti alla costa libica ma non sappiamo nè la condizione nè il numero dei migranti a bordo". Anche le ultime informazioni comunque confermano che i corpi recuperati sono 21 e che le persone tratte in salvo sono 23. I dispersi sarebbero invece molte centinaia.
Varie organizzazioni concordano sul numero dei dispersi in mare. "Le autorità libiche hanno confermato il naufragio e le nostre fonti diplomatiche a Tripoli riferiscono di 300 dispersi", ha detto il portavoce dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), Jean-Philippe Chauzy.
L'allarme immigrazione dura già dallo scorso fine settimana. Il Comando generale delle Capitanerie di porto ha reso noto che circa 350 migranti sono stati soccorsi dal rimorchiatore italiano Asso 22 al largo delle coste libiche per le grandi difficoltà dell'imbarcazione. L'allarme era scattato la sera di sabato e l'intervento di soccorso, condotto insieme alle autorità libiche, si è concluso domenica pomeriggio, quando il barcone è stato rimorchiato fino al porto di Tripoli. Salvi tutti gli occupanti. L'Asso 22, iscritto a Napoli, normalmente assiste tre piattaforme petrolifere al largo della Libia.
L'unità della Guardia costiera italiana ha raggiunto il posto, dove si è unita ad una motovedetta delle autorità libiche, che ha coordinato le operazioni di salvataggio dato che la barca era in acque affidate alla giurisdizione di Tripoli. Tre militari libici sono saliti sul mezzo italiano che a mezzanotte e mezzo ha agganciato il barcone e cominciato il rimorchio.
L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha espresso shock e profonda tristezza per l'ultima tragedia dell'immigrazione con centinaia di persone disperse al largo della Libia. L'incidente è l'ultimo tragico esempio di un fenomeno globale che vede gente disperata prendere decisioni disperate per sfuggire a conflitti, persecuzione e povertà alla ricerca di una vita migliore, ha detto l'Alto commissario delle nazioni unite per i rifugiati Antonio Guterres citato in un comunicato.
Per l'Unhcr, l'incidente illustra i pericoli ai quali sono esposte le persone prese in flussi irregolari di migranti e rifugiati nel Mediterraneo ed altrove e che ogni anno costano migliaia di vite. Per Guterres sempre più persone si muovono, ma ci sono sempre più barriere al loro movimento e in questa situazione molte persone passano le frontiere in modo irregolare. "L'incidente sottolinea il bisogno di accrescere la cooperazione internazionale per i salvataggi in mare", ha aggiunto.
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