venerdì 22 gennaio 2010

Dopo Rosarno, i migranti di fronte al bivio:


nuove politiche d’accoglienza o pulizia etnica in uno stato di polizia?

Premesso che:

---la presenza dei migranti ed il loro sfruttamento neo-schiavista nelle campagne meridionali ha garantito la sopravvivenza dell’agricoltura

---la presenza dei migranti con l’attuale fase di grave crisi economica sta diventando un comodo pretesto per chi ci governa per innescare fratricide guerre fra poveri, soprattutto nel Sud d’Italia dove la precarietà sta distruggendo il futuro delle nuove generazioni, mentre si continua a smantellare l’apparato produttivo (vedi Fiat a Termini Imprese)

---la presenza dei migranti in Italia produce il 9,7% del Prodotto Interno Lordo, mentre i migranti presenti, compresi gli irregolari sono meno di 5 milioni , usufruiscono per meno dell’8% delle prestazioni Inps; altro che invasione di disperati, i migranti pagano tasse e versano contributi più di quanto ricevano in servizi, mentre percepiscono un salario medio inferiore del 36% rispetto a quello degli italiani.

In questo drammatico contesto o si riesce a rinsaldare i legami di Solidarietà sociale fra gli sfruttati da questo sistema di produzione con una nuova stagione di lotta per i diritti di tutti i lavoratori o si precipita verso la barbarie.

Purtroppo l’attuale politica governativa affronta la questione migrante solo come un problema di ordine pubblico, a partire dai criminali respingimenti in Libia fino alla pulizia etnica a Rosarno. Anziché di riconoscere la coraggiosa lezione dataci dai migranti africani per essersi ribellati contro la camorra a Castelvolturno ed alla ‘ndrangheta a Rosarno, il ministro leghista Maroni per dare tranquillità ai rosarnesi ( non conosceva il dominio delle ‘ndrine locali?) ha deportato tutti i migranti dell’Africa nera, compresi quelli in regola con il permesso di soggiorno.


Fermiamo il razzismo e le nuove politiche d’apartheid


Anche a Catania da alcuni mesi la situazione degli ambulanti, soprattutto senegalesi, sta progressivamente peggiorando. In una città dove l’abusivismo regna sovrano, dove le cosche mafiose controllano territori e settori centrali dell’economia e non solo, i rappresentanti delle istituzioni stanno scegliendo di risolvere la vertenza degli ambulanti senegalesi per via militare, naturalmente per difendere la sicurezza gravemente minacciata dei concittadini.

Dopo le riuscite feste delle contaminazioni “Catania città aperta all’accoglienza” in piazza Carlo Alberto e la manifestazione dello scorso 22 dicembre per denunciare il clima di violenza ed abusi nei confronti degli ambulanti, le associazioni antirazziste catanesi fanno appello alle comunità migranti a non accettare la politica del bastone per gli irregolari e della carota per i regolari.

La divisione e la contrapposizione fra occupati e precari, fra catanesi e migranti, fra regolari ed irregolari non può che rafforzare il potere di chi ci sfrutta. Perché non si persegue chi produce la merce con i marchi contraffatti? Ha pensato qualche fautore della criminalizzazione degli irregolari che così li si spinge verso la ricca ed indisturbata criminalità locale (che forse ha anche interesse nel business della contraffazione dei marchi e che ricicla i suoi profitti in tante attività commerciali formalmente “regolari”)?

Facciamo pertanto appello a tutta la società civile ed ai mezzi di comunicazione a vigilare ed accendere i riflettori su queste ingiustizie, visto che oramai ,nell’Italia delle leggi ad personam, anziché combattere la povertà ci si riduce a far la guerra ai poveri, criminalizzando le vittime e lasciando impuniti i carnefici.

Chi ci governa mentre taglia sempre più le spese sociali, aumenta solo quelle militari e sta dilapidando ingenti risorse pubbliche per militarizzare non solo i confini, ma l’intera società (vedi i violenti sgomberi dei centri occupati Experia a Catania e Laboratorio Zeta a Palermo, luoghi aperti alla socialità ed anche all’accoglienza dei migranti).



La storia siciliana ce l’ha insegnato: emigrare non è reato !

Mai più clandestini, ma cittadini




Rete Antirazzista Catanese, Open Mind, Arci, Cobas, Gas Tapallara

hanno aderito: PRC , PdCI –(Ct)

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