venerdì 6 novembre 2009

Prato contro il razzismo, il fascismo, il pacchetto sicurezza Maroni.

"L´italiano deve essere prevalente!"

“individuare le merceologie incompatibili con le esigenze di tutela della zona!”

Sindaco di Prato Roberto Cenni

Il sindaco di Prato Roberto Cenni e la sua amministrazione comunale hanno basato la loro campagna elettorale sulla promessa che avrebbero combattuto quella che loro chiamano “concorrenza sleale cinese”, mentre nel frattempo il presidente del C.d.a della azienda di Cenni ( la Sasch ), Antonio Rosati veniva rinviato a giudizio per aver usato fatture inesistenti al fine di evadere l’iva.

Una volta eletto e terminata la campagna elettorale Cenni in barba a tutte le promesse fatte sposta tutta la produzione della sua azienda in Cina causando licenziamenti e perdita di posti di lavoro.

Dalle fumose promesse elettorali in favore dei lavoratori autoctoni, ai licenziamenti e allo spostamento della produzione in Cina.

Dalla falsa costernazione all’indomani del pestaggio del giovane bengalese, al razzismo strisciante fomentato dalla sua amministrazione attraverso campagne denigratorie e persecutorie contro gli immigrati e le loro attività commerciali.

Questo è Roberto Cenni e questa è la risma dei personaggi che compongono la sua amministrazione che dopo il pestaggio dell’immigrato bengalese ha avuto anche l’arroganza di negare sale pubbliche ad una assemblea antirazzista regolarmente richiesta con varie scuse e pretesti. (nelle foto Roberto Cenni sindaco di Prato, una insegna cinese censurata e la Sasch azienda di proprietà del sindaco)



Venerdì 6 novembre scendiamo in strada a Prato contro il razzismo, il fascismo, il pacchetto sicurezza Maroni.



Ore 21.00 via S. Stefano (pochi passi dal Duomo)



Ronda popolare antifascista e antirazzista

Domenica 18 ottobre una squadraccia di quattro nazifascisti ha assalito e pestato un immigrato bengalese nel pieno centro di Prato.

Questo episodio arrivato agli “onori” delle cronache è soltanto uno dei tanti episodi che sempre più frequentemente si verificano anche nella rossa e antifascista Toscana.

Ovunque vengono aperti covi fascisti, i movimenti di estrema destra foraggiati dai padroni e dalla destra si insinuano nelle nostre scuole, nelle università, nei quartieri, negli stadi e ovunque venga lasciata loro libertà di azione e agibilità politica.

Il clima reazionario viene fomentato e foraggiato dalla politica del governo Berlusconi che con le leggi razziste e fasciste del “pacchetto sicurezza” da carta bianca alle peggio squadracce e ai più loschi personaggi della destra eversiva.

Abbiamo visto tutti quanto sono “apolitiche” le ronde di Maroni, la ronda SSS della Destra a Massa Carrara, la Guardia Nazionale Italiana del fascista Saya sotto inchiesta per apologia di fascismo, la Ettore Muti organizzata a Trieste da Fiamma Tricolore.

Queste squadracce fasciste sono solo alcuni degli effetti del “pacchetto sicurezza” Maroni, una accozzaglia di leggi vergognose e anticostituzionali che fomentano il razzismo, il fascismo, lo squadrismo, la xenofobia e tutto quanto queste piaghe si tirano dietro.



Non è un caso che il pestaggio dell’immigrato bengalese sia avvenuto a Prato.



Il governo locale è in mano all’alleanza del PDL con il sindaco Roberto Cenni in testa (maggioranza risicata).

Questa amministrazione in linea con il governo di mafiosi fascisti e razzisti di Berlusconi ha contribuito in maniera vergognosa a fomentare il clima di intolleranza e di razzismo.

Ha fatto da sponda alle ronde razziste della Lega Nord, ha censurato le insegne dei negozi degli immigrati mascherando dietro una serie di scuse e pretesti burocratici una vera e propria persecuzione razziale.

Proprio in questi giorni Cenni e i suoi hanno rincarato la dose con una nuova ordinanza razzista che vieta di fatto agli immigrati di possedere negozi in centro cittadino.

Anche in questo caso la persecuzione razziale è stata mascherata ad arte con una serie di argomentazioni che fanno vergogna alla storia e alla cultura della nostra regione.

Vi riportiamo un passaggio del comunicato stampa del comune del 30 ottobre 2009.

Con il provvedimento il Comune di Prato si propone quattro obiettivi: individuare le merceologie incompatibili con le esigenze di tutela della zona Apu (Area Pedonale Urbana) e di quelle incompatibili con l'intero centro storico; stabilire norme a tutela delle tradizionali caratteristiche culturali ed ambientali della zona; individuare criteri e requisiti per l'apertura delle attività commerciali nel centro storico; individuare criteri per il mantenimento del decoro cittadino e per prevenire il degrado.

In questo clima è maturato il pestaggio dell’immigrato bengalese, è in questo clima che il G.I.P. di Prato la dottoressa Angela Fedelino non ha ritenuto necessario mandare in carcere nessuno degli autori del pestaggio del bengalese, tra questi un noto picchiatore nazi fascista recidivo colto ancora una volta con le mani nel sacco.



E’ proprio “strana” questa amministrazione comunale!



Il sindaco Cenni non vuole i negozi dei cinesi e degli immigrati a Prato però poi sposta tutti i mezzi di produzione della sua azienda ( la Sasch ) in Cina.

Secondo quanto riferito dalla stessa azienda ormai in Italia veniva realizzato solo lo 0,7% della produzione, pari a circa 100 mila abiti confezionati nel reparto di Modelleria e dai lavoratori della Mi.Mill. Adesso anche questi vestiti saranno prodotti in Cina, mentre per nove lavoratori Sasch e altrettanti di Mi.Mill. è stata chiesta la cassa integrazione.

Questi fatti dimostrano se ce ne fosse bisogno che se ci sono tanti disoccupati la colpa è dei padroni come Cenni e non degli immigrati!



Aveva detto il sindaco Cenni all’indomani del pestaggio del trentenne immigrato bengalese:

“Si tratta di un’azione di estrema gravità, soprattutto per la nostra città che assume sempre di più i contorni di una polveriera”.

Il sindaco cenni prima soffia sul fuoco e poi si dice “preoccupato” per le fiamme!



Per contrastare questo clima, per contrastare il “pacchetto sicurezza” Maroni, per contrastare il razzismo, per contrastare il fascismo, l’omofobia, la xenofobia, per contrastare le ronde fasciste e razziste intendiamo scendere in strada.

Scenderemo in strada per promuovere e propagandare la mobilitazione popolare delle masse contro il degrado dei nostri quartieri, contro la violenza fascista e razzista, contro la devastazione ambientale del nostro territorio, contro lo smantellamento dei servizi pubblici, contro il governo Berlusconi e l’operato della giunta Cenni.

Scenderemo in strada per promuovere e propagandare la partecipazione attiva delle masse popolari alla conquista di una società migliore attraverso l’autorganizzazione e l’affermazione di un governo di Blocco Popolare formato da tutte le realtà associative democratiche e progressiste del nostro paese con al loro fianco le organizzazioni sindacali dei lavoratori.

Scenderemo in strada per promuovere e propagandare una verità che è sotto gli occhi di tutti: soltanto la mobilitazione delle masse popolari e l’autorganizzazione di queste può farci uscire dalla crisi che i padroni hanno prodotto e continuano ad incrementare.



Con questa iniziativa intendiamo inoltre protestare vivamente contro l’operato del G.I.P. di Prato Angela Fedelino che ha lasciato liberi tre degli aggressori dell’immigrato bengalese e contro l’operato della vicina procura di Pistoia che detiene in carcere ingiustamente l’antifascista Alessandro Della Malva (segretario regionale del Partito dei CARC) e agli arresti domiciliari gli antifascisti livornesi Elisabetta Cipolli e Alessandro Orfano.

Da una parte si lascia mano libera ai fascisti e dall’altra si perseguitano gli antifascisti.



Facciamo appello a tutti gli antifascisti, a tutti gli immigrati che vivono a Prato e nelle vicinanze, ai lavoratori, ai disoccupati, agli studenti, a tutti i sinceri democratici e a tutta la cittadinanza che è stufa di questa amministrazione razzista.

Unitevi a noi per sostenere gli ideali democratici di uguaglianza, di giustizia e di solidarietà, per dire no al fascismo e al razzismo, per dire no alle ronde nere, per riprendere il controllo dei nostri quartieri contro il degrado e la violenza fascista e per sviluppare la partecipazione attiva delle masse popolari verso la costruzione di una società giusta e migliore: quella che noi chiamiamo socialista.



10,100,1000 ronde popolari antifasciste e antirazziste!

Lottiamo per contrastare la riabilitazione del fascismo e le leggi razziste del governo Berlusconi!

Lottiamo per sviluppare il protagonismo e l’autorganizzazione delle masse popolari per la costruzione di un governo di Blocco Popolare composto dalle associazioni progressiste popolari e dai sindacati dei lavoratori in grado di porre fin da subito misure d’emergenza per uscire dalla crisi in cui i capitalisti ci stanno sprofondando!

Libertà per gli antifascisti arrestati ingiustamente e illegalmente a Pistoia!

Libertà per gli antifascisti sotto processo per la ronda popolare antifascista e antirazzista del 25 luglio a Massa!

Organizziamo e partecipiamo al presidio regionale che si terrà dalle ore 9 alle ore 13 a Massa di fronte al tribunale il 27 novembre prossimo in occasione del processo contro la Alessandro Della Malva e Samuele Bertoneri!







Venerdì ore 21.00 partenza da via S. Stefano (pochi passi dal Duomo di Prato) dove è avvenuto il pestaggio – verranno percorsi i vicoli e le strade del centro fino a ritornare a Via S. Stefano.

Durante il percorso verrà esposto uno striscione con la scritta “No al razzismo” in italiano e in cinese!



Inviamo lettere, mail e fax di protesta contro le ordinanze razziste emesse dell’amministrazione comunale di Prato indirizzandole al gabinetto del sindaco di Prato Roberto Cenni.

Piazza del Comune, 2 (Palazzo comunale) - 59100 Prato, Telefono. 0574 1836220 Fax. 0574 870223 - e-mail gabinetto.sindaco@comune.prato.it



Associazione Solidarietà Proletaria (ASP)

CP 380, 80133 Napoli – Italia

E-mail: info@solidarietaproletaria.org

Sito web: www.solidarietaproletaria.org





Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)

Federazione Toscana: v. Rocca Tedalda n° 277

e-mail: fedtoscana@libero.it; sito: www.carc.it

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