mercoledì 9 marzo 2011

Gli immigrati vendono anche la casa

METROPOLI
La crisi non dà scampo: in molti non riescono più a pagare il mutuo
Da appetibili compratori a sconfortati venditori: per gli immigrati il mercato immobiliare non è più un settore in cui investire ma da cui rimanere alla larga. Fra il tasso d'interesse del mutuo troppo alto, l'amministrazione troppo cara, e le spese di casa di vita a Genova ma anche nel Paese di origine, con un lavoro sempre più precario, gli immigrati scelgono di vendere il loro immobile, oggi fortemente svalutato. Sebbene all'inizio partecipare a quel boom di acquisti - iniziato sei anni fa - li abbia aiutati a risolvere il problema abitativo, allo stesso tempo ha determinato un problema di reddito. Un reddito che oggi non è più sicuro. E si vira verso le locazioni o addirittura si pensa di ritornare in patria perché iscritti al Crif, la banca dati dei Cattivi pagatori.

"Questa situazione sta riguardando alcune zone di Genova, soprattutto Sampierdarena e Certosa - spiega il coordinatore dell'Osservatorio Immobiliare Fiaip Liguria, Fabrizio Segalerba - . Il problema è questo: dal 2005 in avanti con il mercato in continua crescita, i tassi d'interesse bassi, le banche che concedevano maggior credito, addirittura al 100-120%, gli immigrati hanno iniziato ad acquistare spesso partendo senza capitale. Uno spirale in continua crescita che si è sviluppata per un paio di anni ma con rate così elevate che oggi non riescono più a far fronte a questo debito". Solo l'anno scorso - come si legge nella "Guida immobiliare per i consumatori liguri" - gli acquirenti non comunitari rappresentavano l'11%. La totalità di queste persone ha acquistato tramite mutuo. Carlos Rodriguez ha 45 anni e da sei mesi non riesce a vendere il suo appartamento di 130 metri in via Sampierdarena. "L'ho acquistato nove anni fa - racconta Rodriguez, originario dell'Ecuador e da 14 anni in Italia - . Non sono riuscito a pagare cinque rate e ora sono nelle mani di Equitalia". La Federazione regionale solidarietà e lavoro, in via del Molo, ha stilato una lista di agenzie immobiliari con cui collaborare per aiutare gli immigrati nella vendita. "Chi ha comperato spesso ha affittato le stanze al suo interno per ammortizzare il costo.

Ma gli affittuari non pagano più e il debito si ingrossa; finché tutti lavoravano andava bene, ora che il lavoro non c'è i soldi non arrivano da alcuna parte. Tutti sono finiti nel calderone - spiega Kandji Modou - È da un anno che va avanti così. Abbiamo riscontrato però una leggerissima apertura delle banche che ora valutano caso per caso". Può essere considerato un pericolo simile ai "mutui-subprime" accaduto negli Usa? "Senza dubbio questa situazione rispecchia quello che è accaduto oltreoceano - risponde Segalerba - . La differenza è che l'italiano si indebita per la casa per un 60-70%. Perché fa conto anche sul risparmio. Questo tiene in piedi il nostro sistema. Ciò non toglie che ci sia bisogno di fare un discorso serio con i proprietari, le banche e le federazioni degli immobili: dobbiamo trovare il modo di vendere le case. Se gli immigrati finiscono in esecuzione immobiliare, cioè non riescono a pagare il mutuo e automaticamente vengono registrati al Crif, il mercato immobiliare perde un potenziale acquirente".
(09 marzo 2011)

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